#anci2022
La ripartenza del Paese, dopo gli anni bui della pandemia e di fronte alle sfide di un’economia di guerra passa dai territori e dalle esperienze realizzate in questi anni dalle amministrazioni locali. Su questa lunghezza di onda si sono ritrovati con accenti diversi i relatori che hanno animato il dibattito della giornata conclusiva della 39esima Assemblea, moderato da Danilo Moriero responsabile della comunicazione Anci.
“I Comuni possono fare molto sul terreno della difesa delle tipicità territoriali. Come Anci siamo pronti ad intraprendere una battaglia per sensibilizzare i Comuni nel contrasto della diffusione dei cibi sintetici”. Lo ha evidenziato Stefano Locatelli Vicesindaco di Chiuduno e Vicepresidente Anci con delega alle politiche agricole. “I sindaci hanno un ruolo centrale nel favorire il connubio tra amministrazioni ed associazioni presidio delle tipicità territoriali in questa azione quotidiana. L’Italia – ha aggiunto – ha la sua specificità riconosciuta e riprodotta nel mondo proprio in questa sua complessità e diversità territoriale che dobbiamo preservare e rilanciare nel futuro con azioni mirate e concrete”.
“Dobbiamo andare avanti nella battaglia per una legge sulla rigenerazione urbana che sia in grado di rilanciare il territorio. Come Anci siamo a disposizione del governo per una riforma che sia in grado di rigenerare l’Italia”. Così Alberto Villa Sindaco di Pessano con Bornago e delegato alla rigenerazione urbana nel suo intervento alla tavola rotonda. Per Villa in questo percorso bisogna puntare sulla centralità dei Comuni che si è rivelata decisiva nella partita del Pnrr a dispetto di ogni aspettativa iniziale. “Se il Parlamento vuole arrivare ad una legge di riforma che funzioni deve sedersi al tavolo con noi sindaci che siamo coloro che conoscono meglio le esigenze dei territori. Solo così riusciremo a vincere la sfida dopo che per tre volte nella scorsa legislatura la legge di riforma non è arrivata in porto”.
Infine, Alice Galbiati, giovane sindaco di Cantù che si è soffermata sul tema della formazione. “Fare il sindaco è un mestiere che si impara sul campo ma per il quale bisogna seguire un percorso mirato di formazione, non ci si può improvvisare”, ha detto riportando la sua esperienza personale.
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