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TEMI: WELFARE
Il progetto Territori Generativi promosso dalla Fondazione IFEL con il supporto scientifico del Centro di Ricerca ARC dell’Università Cattolica, il supporto operativo di ON! e con il co-finanziamento della Fondazione Cariplo, ha fatto tappa nella Casa dei Comuni a Milano per presentare e condividere esperienze maturate all’interno dell’iniziativa.
Ad aprire i lavori è intervenuto il Presidente di ANCI Lombardia, Mauro Guerra, che ha evidenziato che “come ANCI Lombardia siamo impegnati sul tema del welfare locale, abbiamo avviato un lavoro importante con l’Istituto Mario Negri sulle Case di comunità, e un progetto, su 14 aree interne, che dimostra come per creare politiche di ricostruzione anche sul welfare locale bisogna prima di tutto di partire dai bisogni e dalle condizioni dei territori stessi. E poi siamo impegnati nella nuova programmazione dei Piani di Zona.”
Guerra ha ricordato come “la scorsa settimana abbiamo ospitato due giorni di lavoro con le ANCI regionali durante i quali, da IFEL, è intervento anche Pier Ciro Galeone che ci ha fornito una serie di dati che confermano la necessità di un cambio di passo. Siamo in una fase in cui cambiano le difficoltà e le necessità. Parlo del problema legato alla casa, che ha subito una accelerazione, come il tema dei minori, situazioni che richiedono analisi e capacità di risposta. I Comuni affrontano questa fase con una situazione di tagli alle risorse, c’è quindi un tema di sostenibilità delle attività legate al sociale, che richiede coraggio di innovazione e cambiamento e uno sforzo di ricomposizione nella lettura dei bisogni, nel cercare risposte e una ricomposizione delle risorse.”
Secondo il Presidente di ANCI Lombardia, quindi, “c’è la necessità di riprendere il ragionamento sulla sussidiarietà verticale e orizzontale per riconnettere e rimettere in campo a sostegno di politiche pubbliche unitarie anche gli attori della società civile e gli attori del terzo settore privato. Occorre quindi introdurre elementi di flessibilità in un sistema rigido, nei procedimenti, innovazione nei procedimenti amministrativi. Se vogliamo che i territori diventino protagonisti è necessario che i territori siano nella possibilità di coprogettare. Ricomporre diventa importante, conquistare unitarietà e flessibilità e un irrobustimento del sistema dei Comuni. Abbiamo un sistema frammentato, in Lombardia ci sono 1500 Comuni di diverse dimensioni che rappresentano un elemento straordinario di biodiversità, ma che hanno difficoltà ad affrontare l’esercizio delle funzioni, per esempio in campo sociale. Abbiamo quindi un paio di fronti su cui lavorare, i Piani di zona e le Case di comunità che possono diventare catalizzatori di cambiamento.”
I partner di progetto
Monica Villa di Fondazione Cariplo ha sottolineato come il tema della ricomposizione e del ripensamento del welfare a livello locale sia un tema che Fondazione Cariplo ha seguito con molta attenzione con il programma Welfare In Azione “che aveva dentro il pensiero della necessità di innovare le risposte del sistema di welfare, che a volte subisce le rigidità nella frammentazione. Siamo di fronte a dei cambiamenti epocali delle società in cui viviamo per cui dobbiamo necessariamente pensare a delle traiettorie di innovazione che devono essere giocate anche a livello territoriale”. Per Villa il welfare di comunità ha rappresentato un'esperienza che ha permesso ai territori di sperimentare delle forme di ricomposizione delle prospettive e analisi del problema “e di scelta del problema su cui intervenire, mettendo a disposizione delle risorse libere e questa esperienza ha dimostrato come i territori, tutti gli attori del territori, di fronte a creazione di spazi di pensiero, intenzionalità di ricomposizione delle risorse, delle capacità di leggere il territorio, riescono davvero a innescare processi di innovazione territoriale”.
All’evento è intervenuto Pierciro Galeone, Direttore di IFEL, che ha evidenziato come “il nostro punto di partenza è sempre quello economico e finanziario, ma ci siamo resi conto che per far quadrare i conti si deve considerare anche il welfare.” Da questo punto di vista, “il tema non è solo relativo alla quantità di risorse ma anche alla loro qualità”. Galeone ha quindi disegnato un quadro della situazione italiana, considerando i cambiamenti demografici imminenti che innescheranno una necessaria risposta da parte del sistema del welfare affinché siano mantenuti sia gli equilibri di finanza pubblica che quelli dell’impianto complessivo del sistema del welfare. L’innovazione, per Galeone, diventa quindi la possibilità di costruire un valore che va oltre quello economico e permette una ricomposizione sociale.
Il Presidente di IFEL Alessandro Canelli ha proseguito queste riflessioni, evidenziando che “IFEL raccoglie i dati, li analizza e li mette a disposizione di tutti perché sono alla base di una conoscenza e di un’impostazione di policy soprattutto in un settore così delicato come quello per i comuni dei servizi sociali che è probabilmente la mission più importante oltre quella del governo del territorio. A mio avviso la missione principale dei comuni è quella di rendere quanto più possibile i cittadini protetti da un punto di vista sociale sui territori, nei centri urbani e non solo e vi assicuro che lo sforzo dei sindaci da questo punto di vista è veramente alto e totalizzante”. Proseguendo, il delegato alla finanza locale di ANCI, ha affermato che "noi sindaci abbiamo a che fare con problematiche e difficoltà che crescono di anno in anno, con costi che aumentano annualmente a fronte di una struttura di bilancio che è rigidissima. Non abbiamo una leva fiscale da poter utilizzare, noi non ci possiamo indebitare come fa lo Stato per pagare gli stipendi o altro. Abbiamo il pareggio di bilancio e ciò che negli anni precedenti statisticamente non riusciamo a riscuotere non possiamo neanche spenderlo, dobbiamo accantonare nel Fondo crediti di dubbia esigibilità che altre amministrazioni dello Stato non hanno. Ciò ci da una manovrabilità di bilancio molto scarsa. Ricordo nel 2009 è stata fatta la Legge sul federalismo fiscale ad oggi sostanzialmente inattuata. Non abbiamo ancora quella autonomia che, secondo il principio di sussidiarietà stabilito nel Titolo V della Costituzione ed architrave del federalismo fiscale, ci consentirebbe di assicurare e garantire le funzioni fondamentali e quei diritti civili, sociali e politici che devono essere validi per tutti e che invece oggi, come per il welfare, nel Paese non sono assicurati in modo equo. L’attuazione del federalismo fiscale, la razionalizzazione delle risorse dei vari fondi per il sociale esistenti, la collaborazione e la coprogettazione con il privato sociale sono i punti fondamentali per cercare di migliorare le cose, così come ci dice la Costituzione e così come ci chiedono le nostre comunità”.
Le esperienze dai territori
Si è dato quindi spazio alle esperienze maturate localmente, presentando cinque testimonianze dai territori: il sistema dei servizi alla persona senza fissa dimora del territorio Provinciale di Novara; il Piano di Zona dell’ATS di Monza; il Progetto Caregiver dell’ATS di Bergamo; i Punti di Accesso delle Case di Comunità dell’ATS Città metropolitana di Milano; il l budget di salute della Vallecamonica e il Regolamento comunale per l’Amministrazione Condivisa del Comune di Como.
Il punto di ANCI Lombardia
A conclusione dell’evento sono stati messi a confronto alcuni punti di vista a commento di quanto emerso, tra i quali quello di Sara Santagostino, Presidente Dipartimento Welfare Anci Lombardia, considerando come “negli ultimi anni abbiamo assistito, senza diventare attori protagonisti, a un cambiamento sociale importante”. Di fronte ai cambiamenti e alle riforme, per Santagostino, “l’importante è ascoltare e contestualizzare il luogo dell’ascolto, perché se è un luogo neutro allora possiamo pensare di cambiare paradigma, ma se il luogo è un luogo dove si deve già operare e rendicontare, non siamo così liberi”. Per la Presidente del Dipartimento welfare, “il benessere delle nostre comunità non dipende tanto dal prendersi in carico una persona fragile o bisognosa, ma è rispondere alle necessità. Con le sole nostre forze, però, non riusciamo a fare tutto, pertanto, dobbiamo avere la capacità di tenere in piedi relazioni che ci permettano di tenere vivo quell’hummus umano che può aiutarci a capire come aiutare la vita della città. Noi costruiamo un welfare di comunità, un welfare in azione, un welfare di tutti, se corriamo il rischio di stare assieme, superando il limite dell’operare per settore. Dobbiamo essere capaci di promuovere la rigenerazione, considerando che non è opera di un singolo e, in questo campo, la forza delle fondazioni è fondamentale”.
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Online sono disponibili due volumi realizzati all'interno delle attività progettuali:
Volume 1 - Un metodo per costruire Territori Capacitanti e Contributivi
Volume 2 - La ricomposizione delle risorse
Temi più visti
FEDERALISMO FISCALE, BERGAMO, ENERGIA, POLITICHE ABITATIVE, TPL, RICERCHE, ISTRUZIONE, LEGGE DI BILANCIO, PROVINCE