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FINANZA LOCALE

Finanza Locale, Guerra: "Sostenere i bilanci di parte corrente e mettere mano a una vera e propria fase costituente"

25 Gennaio 2024

L’intervento del Presidente di Anci Lombardia alla XII Conferenza IFEL

TEMI: FINANZA

“Sostenere i bilanci di parte corrente dei Comuni, a partire dalla spesa sociale e in particolare per i minori, e contestualmente aprire una vera fase costituente per una  normativa ordinamentale e finanziaria che dia stabilità di prospettiva e valorizzi le  autonomie locali”.

"Il primo tema cui dobbiamo far fronte è quello della sostenibilità della parte corrente dei bilanci dei Comuni – ha esordito il Presidente di ANCI Lombardia Mauro Guerra intervenendo alla Conferenza annuale di IFEL sulla finanza locale. Oggi – ha proseguito - abbiamo confermato, e i dati sono incontestabili, che il comparto dei Comuni nell’ultimo decennio ha fornito e continua a fornire un contributo ai saldi di finanza pubblico di molto superiore a quello che sarebbe riferibile alla dimensione della sua spesa e della sua quota di debito, di poco superiore all’1% del totale del debito pubblico.

Ora però siamo in presenza di una situazione nella quale, complici una serie di elementi - lo rilevo dalla Lombardia dove mediamente i Comuni hanno comportamenti finanziari adeguati – si registra un’impennata negli ultimi anni della spesa sociale, per esempio con importi doppi o tripli nei sevizi di tutela dei minori e dell’assistenza educativa e alla comunicazione, o nei diversi settori dell’assistenza sociale, con i Comuni che fanno sempre più fatica dentro i loro bilanci a reggere. Ci sono inoltre l’aumento dei prezzi dell’energia, l’inflazione, con leve fiscali che si sono ormai ridotte e ingessate nella possibilità di manovra da parte dei Comuni.  

C'è poi un tema che ritengo vada guardato con grande attenzione e che rimanda all'esigenza non solo che non ci siano più tagli, ma che quando ragioniamo del nuovo patto di stabilità a livello europeo e della sua traduzione italiana, occorre  rimarcare con la massima determinazione possibile che il contributo che i Comuni, in questo periodo e nel periodo che abbiamo alle spalle, hanno dato e che continuano conseguentemente a dare alla sostenibilità della finanza pubblica, con i vincoli che si sono determinati,  è già ad un livello oltre il quale  non si può più andare.  

Ferme queste esigenze inderogabili, in via generale vorrei richiamare insieme due date. La prima è quella della legge delega 42/2009 sul federalismo fiscale, nata per portare al superamento della finanza derivata. Dentro il PNRR poi, una delle misure di riforma che siamo impegnati a implementare entro il 2026, è quella del quadro fiscale subnazionale, che consiste nel completamento del federalismo fiscale. Leggo “con l'obiettivo di migliorare la trasparenza nelle relazioni fiscali tra i diversi livelli di governo, assegnare le risorse e le amministrazioni subnazionali sulla base di criteri oggettivi incentivare efficiente delle risorse medesime”. Tutto questo e questo obiettivo da raggiungere, questa riforma della fiscalità subnazionale, incrociano i temi e i percorsi normativi dell'autonomia differenziata, con tutta la partita dei LEP che porta con sé, la delega fiscale, e si accompagna con la necessità di fare i conti con un Testo Unico degli Enti Locali che ormai da troppi anni attende una riforma sempre piu’ necessaria. 

Da qui  due considerazioni. La prima: mentre difendiamo e rinsaldiamo il fronte della capacità di spesa e della sostenibilità per i bilanci di parte corrente, abbiamo assoluta necessità di mettere mano a una vera e propria fase costituente che coinvolga tutte le riforme alle quali ho fatto cenno con una visione, una logica e obiettivi unitari. Se vogliamo costruire norme stabili nel tempo e affidabili per i Comuni, cosa indispensabile, dobbiamo sapere che probabilmente nell’immediato  sarà molto difficile e faticoso averle; dovremo garantire l'essenziale e metterci nelle condizioni di reggere, ma dovremo usare questo tempo e questo passaggio nel quale garantiamo l'essenziale per costruire delle norme che abbiano una prospettiva di stabilità. Augurandoci poi che nella attuazione del piano di stabilità nazionale, queste norme si possano appoggiare su una programmazione e una pianificazione pluriennale complessiva di finanza pubblica che abbia credibilità e affidabilità per  durare nelle scansioni temporali  previste dall'accordo sulla riforma del patto di stabilità.

Guardo a questa complessa fase e convergenza di percorsi riformatori come un'opportunità. Fa tremare le vene ai polsi mettere insieme  e provare a mettere insieme tutte queste necessità riformatrici ma credo che non possiamo non farlo al punto a cui siamo arrivati nella vicenda dell’ordinamento e della funzione costituzionale degli enti locali. 

Il PNRR deve anche essere l’occasione per uscirne con una Pubblica Amministrazione irrobustita, più forte, per ragionare su tanti temi, sui piccoli comuni, su come stanno assieme, su come rivalutiamo il lavoro pubblico, e tanto altro ancora. Ci sono tutti gli elementi per aprire davvero una fase costituente, che francamente mi interesserebbe molto di più in questo momento dei dibattiti sul premierato. Abbiamo bisogno di un Paese che faccia i conti con l’importanza della sua amministrazione locale, con le sue autonomie,  in modo adeguato e all’altezza delle sfide che abbiamo davanti in questo mondo  un po’ complicato". 

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