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FAMI Conoscere per Integrarsi: le azioni di ANCI Lombardia

29 Ottobre 2024

Presentato il percorso progettuale della nuova edizione

Ha preso ufficialmente il via questa mattina la seconda edizione del Progetto FAMI Conoscere per Integrarsi (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2021-2027 – Obiettivo Specifico “2. Migrazione legale e Integrazione – Misura di attuazione “2.d” Ambito di applicazione “2.k” – Intervento “j - Promozione della partecipazione attiva dei cittadini migranti alla vita economica, sociale e culturale”, con un incontro tra i diversi partner di progetto promossa da Regione Lombardia.
Ivana Tiziana Di Lascio, della Struttura Inclusione Sociale, Contrasto alla Povertà e Marginalità della Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia, ha motivato l’incontro evidenziando che si è trattato di un appuntamento affinché “ciascun partner possa diffondere quanto sta facendo sui territori”, anche se prima di iniziare la presentazione ha ritenuto utile focalizzarsi su “quanto realizzato nel corso della precedente edizione Fami Conoscere per integrarsi, per capire da dove partiamo e quali sono stati punti di forza e difficoltà e dove lavorare”.

Il report sulla precedente edizione del FAMI Conoscere per Integrarsi è stato presentato da Silvia De Aloe, formatrice e consulente sulle tematiche organizzative per ANCI Lombardia, che ha curato la ricerca e ha evidenziato come l’indagine ha voluto “rilevare le buone prassi sviluppate nei CPIA nella prima edizione del Fami Conoscere per Integrarsi, in particolare con un focus sulla relazione tra CPIA ed enti locali sul territorio. Abbiamo quindi indagato il sistema di governance, le buone prassi, i punti da potenziare e le prospettive per futuro.”
Per rilevare le informazioni utili alla ricerca, si è lavorato con 7 CPIA dislocati sui territori di Brescia, Milano, Varese, Lecco, Mantova e Bergamo e, contestualmente, si è lavorato anche con 15 attori territoriali.
De Aloe ha evidenziato che dai dati “emerge che le principali collaborazioni attivate dai CPIA sono portate avanti con i Comuni del territorio di riferimento, anche se non sono omogenee, poiché in alcuni casi le collaborazioni sono forti e radicate, in altri assenti”. Dalla maggior parte delle interviste, inoltre, non è emerso un assetto di governance territoriale che rappresenti una strategia stabilmente utilizzata per creare una lettura e una ricomposizione delle esigenze linguistiche e di inclusione, inoltre, gli Ambiti Sociali Territoriali, tendenzialmente, non compaiono tra gli interlocutori strategici dei CPIA; su questo fronte si deve sottolineare che da due AST evidenziano l’importanza della collaborazione con i CPIA.
De Aloe ha quindi elencato le buone prassi emerse, che hanno riguardato la mappatura delle esigenze formative del target e delle professionali; la progettazione e l’erogazione dei corsi in modo flessibile; la formazione e l’aggiornamento del personale; la co-progettazione interna al CPIA quale modello operativo di gestione delle attività.
Infine, la ricerca ha indagato gli aspetti che incidono sulla coesione della rete, tra i quali ricordiamo: il coordinamento generale; la responsabilizzazione degli snodi; la gestione in urgenza; il reperimento del personale; l’aderenza ai bisogni e il coinvolgimento gruppi etnici.

La parola è passata alle reti aderenti al progetto, che hanno avuto modo di presentare le loro azioni sul territorio.
Tra gli attori coinvolti dalla seconda edizione del FAMI Conoscere per Integrarsi, Anna Meraviglia ha illustrato le azioni dell’Associazione dei Comuni che sarà in continuità con quanto già realizzato nelle precedenti edizioni del progetto, erogando servizi specifici, alcuni dei quali sviluppati in collaborazione con AnciLab.
L’obiettivo è quello di dare “supporto ai sistemi locali affinché stabiliscano connessioni, intercettino le necessità dei cittadini e diano risposte efficaci” ha dichiarato Meraviglia.
Concludendo, la Coordinatrice ANCI Lombardia, con Onelia Rivolta Direttore AnciLab, ha sottolineato che “il lavoro di metodo portato avanti con la nostra azione, non prevede un'applicazione uniforme a tutti di quanto progettato, ma una proposta di lavoro personalizzata in base alle specificità di ciascun CPIA secondo le modalità organizzative locali già in essere e nel rispetto delle caratteristiche del territorio.”

 

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