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Decreto energia - ANCI: "Condividiamo finalità provvedimento ma Comuni siano più coinvolti in scelte"

27 Dicembre 2023

Il delegato Anci all’Energia è stato sentito in audizione alla Camera, davanti alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive

TEMI: ANCI

“Condividiamo la finalità di alcune delle norme previste dal decreto energia, come quella sulle imprese energivore che come Anci abbiamo auspicato all’inizio delle crisi internazionali ed energetiche e come la geotermia. Tuttavia, rimarchiamo la mancanza di coinvolgimento degli enti locali in molte scelte che ci riguardano”. Così il delegato Anci all’Energia e sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, sentito in audizione alla Camera, davanti alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in merito al decreto energia.
“I Comuni – spiega Salvemini – sono parte attiva nella transizione energetica, non possono essere visti solo come “fronte del no” verso i nuovi investimenti e impianti. Il nostro ruolo nella produzione di energia nei nuovi modelli locali non può essere di mera concessione di superfici ed aree, o limitato ad autorizzare iniziative di terzi, al pari di un notaio. Ci aspettiamo di essere coinvolti e di avere voce in capitolo, non siamo spettatori, siamo il territorio, interpreti delle istanze e dei fabbisogni reali di tutti, proprio a partire dalle esperienze maturate negli anni. Facciamo la differenza nelle scelte, nei processi, nel radicamento della cultura e della consapevolezza di un luogo, nello sviluppo che guardi a tutti gli attori di un territorio. Il caso della mia regione Puglia è emblematico”.
Dalle norme specifiche alle misure trasversali, come quella relativa all’implementazione di un Fondo compensativo tramite risorse ETS dedicato alle Regioni, il delegato Anci auspica che “in prima battuta siano sentite le amministrazioni locali e l’obbligo di contribuire al Fondo per impianti di potenza superiore ai 10 kw non deve essere esteso agli enti pubblici, altrimenti il rischio è che un altro extraprofitto sia iniquamente attribuito all’ente locale che per definizione non genera profitto”.
Rispetto alla norma sulle imprese energivore, Salvemini sottolinea che sarebbe preferibile, in fase attuativa, rafforzare il rapporto equo tra le comunità energetiche, soprattutto guidate dai Comuni, e le imprese energivore dei medesimi territori, che non sia meramente strumentale all’installazione di impianti, ma funzionale a sostenere entrambi e in linea con la figura del produttore terzo. E poi – conclude il delegato Anci – attenzione al rischio che gli impianti di taglia elevata possano congestionare gli allacci e le connessioni alla rete, penalizzando l’autoconsumo di piccola taglia, compresi gli interventi del Pnrr”.

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