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Istruzione, Loredana Poli: “I Comuni hanno un ruolo centrale nel contrasto alle povertà educative dei territori”

27 Aprile 2022

L'intervento nell'ambito del convegno organizzato da ARCE, in collaborazione con il Ministero della Cultura

“Nel contrasto alle povertà educative, i Comuni si stanno sforzando di valorizzare al massimo le risorse educative e culturali dei territori pur con le differenze che caratterizzano il nostro Paese. Il loro è un ruolo centrale di aggregatori, visto che riescono bene ad unire i diversi soggetti educativi del territorio ingaggiandoli, insieme alle scuole ai servizi educativi, nella valorizzazione delle risorse culturali locali sia materiali che immateriali”. Lo ha sottolineato Loredana Poli, assessora all’Istruzione, Università e Formazione, del comune di Bergamo e Presidente del Dipartimento Istruzione di Anci Lombardia che ha rappresentato l’Anci al Convegno “Comunità educanti e nuovi modelli condivisi di cittadinanza attiva. Prospettive di sviluppo per una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza “, organizzato da ARCE, in collaborazione con il Ministero della Cultura. L’incontro è servito a rafforzare il dialogo e la collaborazione con gli attori che, a livello nazionale e locale, intervengono o potrebbero intervenire nel contrasto alla povertà educativa, così da attivare sinergie per la costruzione di un futuro di pace e di sviluppo.
A tale proposito Poli si è soffermata su due strumenti amministrativi e anche organizzativi che “possono essere applicati in differenti situazioni secondo i Comuni anche con maggiore convinzione rispetto a quanto si sia provato a fare finora”. Da un lato si tratta della possibilità prevista dalla norma sull’autonomia scolastica di “inserire in orario curricolare una quota di valorizzazione delle risorse culturali e educative locali in collaborazione appunto con enti e soggetti presenti sul territorio”.
Il secondo strumento organizzativo amministrativo e anche di progettazione è “quello dei patti educativi di comunità che possono contribuire a costruire quegli ecosistemi educativi che – ha evidenziato l’assessora – possono essere maggiormente strutturati consentendo una valorizzazione massima resa possibile anche dalla flessibilità dei progetti”.
L’esperienza realizzata in questi anni dai Comuni “dimostra che grazie a questo strumento riusciamo a convogliare le risorse sia culturali progettuali che anche economiche di soggetti diversi finalizzandole a un obiettivo comune condiviso e partecipato e questo – ha concluso – si avvicina molto alle strategie complessive per risolvere la criticità delle povertà educative”.

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