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Presentato a Quinzano d'Oglio il volume su Vittorio Sora

23 Settembre 2021

Mauro Guerra: "Sora ha saputo dunque aprire l’Anci alle novità che investivano i Comuni"

Sabato 18 settembre a Quinzano d’Oglio è stato presentato il volume “Vittorio Sora. Le radici di una passione civile”, un’opera a più voci curata da Ennio Pasinetti e Franco Franzoni, edita da Scholé-Morcelliana e patrocinata da Anci Lombardia, che restituisce un nitido profilo del noto politico e amministratore pubblico bresciano, Presidente di Anci Lombardia dal 1991 al 1995, mancato 25 anni fa.
All’evento con gli autori sono intervenuti il Presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, Giuseppe Guzzetti, Bruno Tabacci e Tino Bino.
Grazie alla ricchezza delle testimonianze raccolte nel libro emerge un ritratto che, come era Vittorio Sora, - scrive Pasinetti- "non indugia sul passato ma guarda al futuro, alla speranza di rinnovata probità e passione nell’impegno civile" . Il profilo nitido di "Un uomo probo che continua a vivere nelle storie della Bassa", osserva Tino Bino nell'introduzione- "e nelle memorie di una stagione politica quasi esemplare perché non si allontanò troppo dalla vita".
Alcune copie del volume sono a disposizione nella sede di Anci Lombardia per gli interessati.

Di seguito pubblichiamo un estratto dello scritto del Presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, riportato nel volume.
“Gli anni che videro Vittorio Sora alla guida di Anci Lombardia, dal 1991 al 1995, furono caratterizzati da un profondo cambiamento in ambito comunale, determinato innanzitutto dall’approvazione della legge 25 marzo 1993, n. 81, con la quale venne introdotta l'elezione diretta del Sindaco, insieme alla sua discrezionalità nella nomina dei componenti della Giunta.
Con l’avvento di quella che fu chiamata “la primavera dei Sindaci”, per la prima volta, i Comuni si trovavano di fronte a uno scenario nuovo, inedito, dove i Sindaci operavano quali protagonisti del loro territorio per lo sviluppo delle loro comunità e, insieme, si avviava il nuovo ordinamento previsto dalla Legge 142 del 1990.
In un contesto radicalmente cambiato emerse con evidenza la necessità di un coordinamento tra gli Amministratori, al fine di stimolare il confronto tra esperienze e problematicità e per individuare e far crescere soluzioni innovative e condivise per la gestione delle città e per incentivare la partecipazione dei cittadini, delle imprese e dei diversi attori che animavano il quotidiano tessuto comunale, nella convinzione che l’attività amministrativa non doveva limitarsi a essere l’espressione della volontà di una sola persona o di un piccolo gruppo di amministratori, bensì sostanziarsi grazie al continuo confronto su proposte, punti di vista e progetti all’interno dei Consigli Comunali, espressione del vivo ed effervescente scambio che animava le comunità dei cittadini.
In questo quadro la figura di Vittorio Sora è stata capace di incarnare tale tensione volta a favorire la partecipazione alla vita politica, intesa come confronto continuo su diversi fronti.
(…)
Nella partecipazione e nel supporto a tutti questi organismi, locali e regionali, Sora vedeva la possibilità di dar sostanza ai principi democratici e a quelli della rappresentatività territoriale e della cittadinanza.
Tali convinzioni hanno trovato una felice coniugazione all’interno dell’Anci, ponendo le basi per il successo regionale dell’Associazione.
Mi è infatti d’obbligo riconoscere che se oggi Anci Lombardia ha assunto un ruolo di rilievo nel panorama istituzionale lo dobbiamo anche a Vittorio Sora, dal momento che proprio nel corso del suo mandato di Presidente è stato approvato per la prima volta il testo dello Statuto dell’Associazione Regionale dei Comuni lombardi, testo adottato dal Consiglio Direttivo Regionale nella seduta del primo dicembre 1993 e approvato l’8 maggio del 1995.
(…)
L’impegno di Sora ha saputo dunque aprire l’Anci alle novità che investivano i Comuni, senza perdere di vista il necessario coinvolgimento degli Amministratori locali per la condivisione di obiettivi e iniziative.
Una pratica che si è consolidata quale insegnamento concreto, che continua ancora oggi a guidare Anci Lombardia, non a caso chiamata “la Casa dei Comuni” poiché luogo di sintesi tra diverse sensibilità politiche e territoriali.
Per tutto questo siamo grati a Vittorio."

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