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welfare locale

Potenziamento dei servizi territoriali - Confronto tra i protagonisti

10 Febbraio 2021

I contributi dei relatori nel corso del webinar di Anci Lombardia

“Il potenziamento dei sistemi territoriali sociosanitari e la continuità ospedale-territorio nel perseguimento degli obiettivi di tutela della salute” è il titolo del panel che ha chiuso la mattinata del webinar “Dalla sanità alla promozione della salute” promosso da Anci Lombardia.
Lucio de Luca Vice Presidente di Anci Lombardia, ha aperto i lavori considerando come nel percorso di revisione della Legge Regionale 23, si avverte “la necessità di procedere con il potenziamento dei servizi” e pertanto è necessario “pensare a nuove strutture e forme organizzative”, fermo restando che come Anci Lombardia “ci sta a cuore il ruolo dei Comuni, quali istituzioni prossime all’utenza e perché titolari della programmazione sociosanitaria dei servizi sui territori”.

Primo relatore a portare il suo contributo, Gianluca Galimberti Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e Consiglio di Rappresentanza ATS Valpadana e Sindaco di Cremona”, che ha evidenziato come in previsione della revisione dell’organizzazione dei servizi sociosanitari, “si deve ripensare ad alcuni riferimenti normativi” che inquadrano la materia, al fine di “ripensare in maniera diversa, in senso olistico il sistema sociosanitario, con una visione del sistema”. Per Galimberti sarà necessario che nel percorso di “presa in carico vi sia un approccio dal punto di vista del cittadino”, il quale spesso non intravede alcuna “differenza nella percezione di una risposta di natura sanitaria o sociale al suo bisogno.” Il Sindaco di Cremona ha quindi aggiunto che un punto cruciale nella costruzione del nuovo sistema sarà il mettere a fuoco “quali sono le professionalità necessarie per riuscire a costruire il cambiamento”, poiché “devono essere ripensati gli strumenti” della erogazione dei servizi, che dovranno essere “nuovi, legati alla domiciliarità” dell’assistenza, poiché “la casa del cittadino deve essere un luogo in cui lui si sente curato e per questo necessario pensare alle reti”.

Gianluigi Spata Presidente FROMCeO Lombardia, ha esordito considerando come “la pandemia ha accentuato alcune criticità sul territorio”, poiché considerata l’organizzazione del sistema lombardo, “la medicina del territorio, nel corso della pandemia, non sapeva più a chi rivolgersi, non avendo molte occasioni per avere risposte rapide.”. Per Spata “come i medici, i Comuni hanno bisogno di risposte immediate in base ai loro bisogni”, pertanto si deve lavorare per “potenziare i dipartimenti di cure primarie, potenziare l’assessorato al welfare, che deve essere forte in termini di risorse, risorse umane e competenze e devono essere potenziati i dipartimenti di igiene e riforme.” Infine, “per quanto riguarda la medicina di base, si deve puntare sulla medicina di gruppo e dovrebbe essere un piccolo microteam tra medico, infermiere e amministrativo, che è l’unica garanzia per una presa in carico dei pazienti cronici.”

Andrea Guandalini, Presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Mantova, ha considerato che è “necessario evidenziare il tema della carenza degli infermieri e ragionare insieme su un rimedio. Importante poi è rendere più attrattiva la professione infermieristica per i giovani ai fini di una scelta più consapevole. Un cambio di mentalità per rivalutare il ruolo dell’infermiere.”

Annarosa Racca, Presidente Federfarma Lombardia, è intervenuta sottolineando come “Sul territorio credo che la farmacia non abbia avuto debolezze in questo momento segnato dalla pandemia in cui era necessario agire e lo abbiamo dimostrato con il ruolo sociale che abbiamo rivestito. Ricordo che nei primi mesi dell’emergenza sanitaria eravamo gli unici aperti insieme ai supermercati. Abbiamo istituito un numero ad hoc per le emergenze, abbiamo subito provveduto alla dematerializzazione delle ricette, un modello che poi tutte le altre regioni hanno seguito.” Per tutte queste ragioni, Racca ha evidenziato che il contributo delle farmacie “nei prossimi anni può essere quello di partecipare alla revisione della legge 23. Dobbiamo collaborare alla costruzione del fascicolo sanitario elettronico, all’implementazione della telemedicina e dell’aderenza alla terapia anche al fine di un risparmio dei costi. Mentre sul tema delle vaccinazioni covid, la farmacia deve rientrare nel sistema e costruire un percorso di presa in carico collaborando insieme. Altro tema da affrontare con la massima collaborazione è quello della dematerializzazione. I comuni, Anci, medici, farmacisti e infermieri devono lavorare insieme per cambiare paradigma al fine di essere più vicini ai territori.”

“Salute e sanità sono concetti importanti. Il ruolo delle farmacie specie in questo periodo è assolutamente centrale a sostegno dei cittadini” ha sostenuto Renato Acquistapace, Coordinatore del settore farmacie di Confservizi Lombardia, ricordando che “abbiamo ricevuto tante attestazioni di stima, anche da parte del Capo dello stato. È giunto il momento che si arrivi al riconoscimento del valore delle farmacie, il primo passo c’è stato con la legge che ha istituito la farmacia dei servizi e oggi con il conferimento della possibilità di offrire dei servizi. La nostra capillarità sul territorio è elemento essenziale per raggiungere tutto il territorio e i cittadini, ecco perché sul tema della revisione della legge è importante la voce e il ruolo delle farmacie.”

Per Diego Catania, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP (Professioni Sanitarie) di Milano, “la rete della prevenzione è una nostra competenza, necessaria al sistema sanitario regionale, e pertanto vogliamo esserci.”

Infine è intervenuta Monica Vangi, Segreteria CGIL Lombardia, ricordando che “sul tema della revisione della legge 23 abbiamo le nostre valutazioni che abbiamo già inviato alla vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti e che faremo pervenire anche ad Anci Lombardia. In merito alle criticità emerse durante la fase pandemica, ovvero l’integrazione con il sociale, la prevenzione, il rapporto pubblico-privato e lo sviluppo della medicina territoriale, recepiamo le indicazioni di Agenas che esprime la necessità di un adeguamento alla normativa nazionale. In merito abbiamo posto alcuni temi tra i quali quello della governance esprimendo la necessità di ricondurre a un unico assessorato regionale le politiche sanitarie e sociosanitarie. Altra criticità da segnalare è la mancanza di comunicazione a livello regionale che purtroppo produce atti e provvedimenti non allineati. Rispetto allo sviluppo della rete territoriale, riteniamo debba ritornare il distretto, un ambito dal quale bisogna ripartire. Sul tema degli enti locali, proponiamo un loro ruolo più incisivo in fase di organizzazione e la definizione a livello territoriale di piani di salute in base alle nuove necessità emergenti con un ruolo di maggiore centralità del distretto. Sull’implementazione dei servizi crediamo sia necessario ripensare il ruolo dei principali attori come i medici di medicina generale, le farmacie e gli infermieri di comunità. Mentre ai fini dell’implementazione della presa incarico riteniamo si debba prevedere lo sviluppo delle centrali operative territoriali, l’integrazione dei percorsi e il coordinamento professionale. Altro elemento da rivedere è il sistema di accreditamento pubblico-privato con una programmazione e una integrazione che non questi anni non abbiamo visto, meccanismo che riteniamo necessario applicare anche all’ambito sociosanitario.”

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