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Montagna

Conferenza Montagna, Guerra: "sulla parte della montagna si gioca una partita essenziale"

8 Ottobre 2021

L'intervento del Presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, a Lodrino

TEMI: MONTAGNA

Questo convegno non sta prendendo la piega del solito evento, ma è un convegno nel quale stiamo provando a discutere tra noi. Sono molto d’accordo con il Ministro: la pandemia ci ha dato una importante lezione, facendoci capire la centralità del territorio e delle comunità, che sono state le condizioni essenziali per affrontare la pandemia.
Inoltre, il sistema ce la fa se si fa prevalere il principio di leale collaborazione istituzionale e ce la fa solo così.
Oggi abbiamo un’occasione straordinaria da questo punto di vista, perché la lezione è fresca, e abbiamo una larga messe di risorse a disposizione che ci carica di una straordinaria responsabilità, anche in una condizione politica assolutamente unica, con una larga partecipazione politica al Governo e con una guida internazionalmente riconosciuta.
Un’occasione da non perdere.
Se la partita è di questo peso e di questa importanza, il rischio per la montagna e per le aree interne è che, se non siamo bravi, le aree marginali e con maggiori difficoltà ne escano con ancora maggiori difficoltà, pertanto la forbice delle disparità può crescere.
Questo perché le città hanno forze, risorse e capacità di mediazione maggiori, mentre le piccole realtà e i territori marginali fanno più fatica.
Per evitare che si arrivi a questo, a livello centrale serve la consapevolezza che sulla parte della montagna si gioca una partita essenziale, perché l’impoverimento della montagna e delle aree interne è una perdita per tutti. Così però vengono chiamati in causa anche i territori e le comunità, che devono essere capaci di stare nella sfida e devono essere capaci di lavorare insieme.
In tal senso ogni territorio deve poter scegliere come meglio realizzare la sua agenda: in un territorio possono essere le fusioni, in un altro le unioni, in un altro le convenzioni.
Noi daremo gli strumenti.
Tra questi, uno è la semplificazione, poiché i Comuni devono essere messi nella condizione di poter dare i servizi ai cittadini e per questo devono poter scegliere gli strumenti per realizzarli, e se non riescono da soli, che si mettano con altri enti.
C’è bisogno di mettere i Comuni nella condizione di adeguatezza per gestire il loro ruolo.
Sulla montagna ci sono alcune istanze che possiamo condividere per dei piani pluriennali che costituiscano una risposta ai bisogni.
Partiamo dal dissesto idrogeologico, dove si devono riconoscere le priorità, le situazioni di maggior rischio e quelle dove si deve subito intervenire. Serve piano pluriennale, senza grande dispiego di tempo.
Sulla digitalizzazione si deve procedere, senza attendere, ma con attenzione affinché se si lavora in centri storici non si facciano pasticci.
Sulla formazione, quasi ogni anno abbiamo un bando con fondi nazionali, regionali o europei per affrontare la messa a norma degli edifici; ogni anno partecipiamo e ogni anno vengono formate delle graduatorie. L’anno successivo dobbiamo rifare tutto. Meglio sarebbe formare una graduatoria e farla scorrere fino a esaurimento.
Sulla montagna abbiamo alcune partite che possiamo giocare subito e insieme con la Regione Lombardia: quella delle aree interne, quelle dei bandi per i borghi, i progetti Seav e il PNRR.
Con la Regione abbiamo lavorato per due anni sul progetto “La Lombardia è dei giovani” e questa è una partita decisiva per la montagna, pensando anche alla occupazione, al lavoro e alla casa.
Anci Lombardia può accompagnare i Comuni, lavorando soprattutto sui centri di competenza, poiché, soprattutto i piccoli Comuni, sono spesso carenti di competenze e abbiamo il problema di reperire nuovo personale e di fare formazione. Questa è una partita da perseguire, che non richiede che i Comuni si mettano insieme, ma che garantisca loro la possibilità di avere un centro a loro disposizione. 
Inoltre, sulla montagna, apriremo una community per la condivisione di buone pratiche, che sarà reale e non si fermerà il costante lavoro del Dipartimento.
Infine è importante riflettere sul ruolo, la responsabilità e la figura dei Sindaci.
Dopo la manifestazione di Roma ci siamo detti che avremmo atteso 6 mesi. Spesso siamo un Paese dalla memoria corta ma i Sindaci hanno invece una memoria lunga ed è necessario affrontare la questione.

 

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