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RIFORME

Autonomia regionale e Province, Brivio: "i Comuni devono pensare insieme il futuro dei territori"

28 Giugno 2018

Convegno Upi a Bergamo sulle riforme

"Nel dibattito delle Province non c'è per nulla la nostalgia del passato ma l'orgoglio di aver tenuto e innovato, anche nei momenti di passaggio, le governance locali e il rapporto coi sindaci. Pertanto sentiamo la responsabilità di far sì che i nostri enti locali siano interlocutori credibili e forti". Aprendo i lavori del convegno "Rafforzare le autonomie territoriali: la riforma delle province nella prospettiva del regionalismo differenziato", Matteo Rossi, Presidente della Provincia di Bergamo, ha rivendicato orgoglio e obiettivi degli enti provinciali in questi anni influenzati dalla riforma Delrio che rimane incompiuta.
Uno scenario più ampio è stato tracciato da Giorgio Gori Sindaco di Bergamo, città che ha ospitato il convegno promosso da Upi, per il quale "l'applicazione dell'articolo 116 è un'occasione di emancipazione di tutto il sistema Italia e per questo è necessario il coinvolgomento di tutto il sistema delle autonomie locali, che non deve vedere solo il rafforzamento delle Regioni ma declinare l'autonomia secondo il principio di sussidiarietà". Per Gori nel nuovo quadro emergente "serve il rafforzamento dei Comuni, che in Italia scontano una forte frammentazione e quindi si deve mettere a tema l'esigenza delle aggregazioni". Il Sindaco, rivolgendosi agli amministratori provinciali, ha però considerato come "nel confronto sulla riforma delle Province sembra prevalere l'idea di restaurazione", e ha quindi evidenziato come "sulla differenziazione dei livelli c'è bisogno di una riflessione", perchè si deve "portare9 a una razionalizzazione il disegno del riordino".

 

Province tra crisi e sguardo all'innovazione

Achille Variati, Presidente dell'Upi, è intervenuto a nome delle 76 province italiane delle regioni a statuto ordinario, ed è entrato nel merito del tema dell'incontro ricordando ai Presidenti delle Regioni che "se vuoi l'autonomia prendi con te le autonomie".
Pensando agli ultimi anni, Variati ha considerato che "l'intuizione di quella che abbiamo battezzato 'La casa dei Comuni' è la parte migliore della Delrio, riconoscendo la Provincia come luogo dove discutere insieme del territorio", ma il quadro poi è andato in crisi, poichè le "Province sono state svuotate di risorse, funzioni e personale", registrando una "carenza progressiva di professionalità".
Nonostante questo però le Province non sono state a guardare ma hanno saputo reagire, istituendo per esempio le stazioni uniche appaltanti che costituiscono un servizio concreto per i Comuni.
Lo sguardo di Variati, allargandosi all'applicazione dell'articolo 116 in tre Regioni del nord, ha evidenziato che questo passaggio deve avvenire "nel rispetto degli enti locali" e secondo i principi di "sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, nell'ottica della leale collaborazione" tra i diversi livelli dello Stato.

 

Regioni, Comuni a confronto

Il confronto tra le istituzioni è stato aperto da Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, che provocatoriamente ha dichiarato come "tutti parlano di Costituzione ma poi molti la maltrattano", poichè "la nostra Costituzione ha il merito di avere un grande ordine a livello organizzativo", pertanto "se si pensa di eliminare le province non è possibile non prevedere un'architettura sostitutiva". Secondo Fontana, sul blocco della riforma delle province, "o il governo da risposte entro sei mesi, o si dovrebbe tornare alla situazione esistente prima della riforma e da lì cominciare a vedere cosa si può fare".
Infine, in merito all'autonomia il governatore lombardo ha invocato una riflessione congiunta tra i diversi livelli istituzionali, per "parlarne in modo serio, senza farsi condizionare da spirito polemico o politico", perchè è sentita la "necessità di un ente intermedio", quindi "scriviamo insieme un testo che sappia dare dignità a Regioni, Province e Comuni".
Ha quindi preso la parola Virginio Brivio, Presidente di Anci Lombardia, che ha evidenziato come "dopo 70 anni di Costituzione si può dire che esistono enti che possono essere ammodernati", partendo dallo "scrivere le loro competenze e funzioni in modo nuovo", alla luce dei cambiamenti avvenuti sui territori.
Brivio ha manifestato di non condividere appieno l'idea che "tutte le competenze che erano delle Province tornino a esse, perchè alcuni assetti territoriali si sono modificati, a partire dalle infrastrutture", e se si vuole "sposare il fatto che più si è vicini meglio si gestisce un servizio, si devono considerare nuove dimensioni" per ottimizzare le performance. Da questo punto di vista "non deve essere abbandonata "l'idea della Provincia come Casa dei Comuni, perchè se i Comuni non devono essere obbligati a unirsi o a fondersi, devono però pensare insieme il futuro dei loro territori. Per questo serve una Provincia meno politicizzata ma più orientata alla soluzione dei problemi territoriali".
Nel quadro attuale, "per poter lavorare serve il ripristino della struttura tecnica e delle risorse" provinciali, incentivando "la partecipazione dei Comuni, che in questi anni ha fatto crescere il senso di appartenenza a un contesto".
Brivio ha quindi concluso sollecitando a Regione e Province due questioni in merito alla richiesta di maggiore autonomia. Innanzitutto ha chiesto "che, quando andate ad aprire i tavoli istituzionali, siano presenti anche i Comuni", infine ha invitato a procedere su alcuni temi, perchè "ci sono materie che, se regionalizzate, possono sviluppare fin da subito delle soluzioni concrete, come nel caso della finanza locale". (LS)

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