Anci Lombardia



Notizie Circolari Multimedia Dipartimenti AGENDA BILANCIO SOCIALE

Chi Siamo Organi Come associarsi Contatti Newsletter Lavora con noi Amministrazione trasparente

Accedi
NOTIZIE

Iniziative

Società partecipate: tra discrezionalità e rigore, l'applicazione del Testo Unico

13 Settembre 2017

Nella Casa dei Comuni un seminario organizzato con Confservizi Cispel Lombardia - Video online

Cosa cambia in concreto dopo l'entrata in vigore del Testo Unico sulle società partecipate e del Decreto correttivo?

Il tema non è certo facile da affrontare, e l'attenzione dei molti partecipanti, sia in sala che in collegamento streaming, al convegno promosso questa mattina da Confservizi Cispel Lombardia e Anci Lombardia nella Casa dei Comuni dimostra che sono tanti i quesiti aperti sulla questione.

Questa percezione si è fatta certezza quando Giuseppe Viola, direttore generale Confservizi Cispel Lombardia, ha introdotto i lavori con Pier Attilio Superti, Segretario Generale di Anci Lombardia, che ha considerato come "in vista della scadenza del 30 settembre prossimo sono aumentati i quesiti per chiarimenti che vengono inoltrati alla nostra Associazione. Per questo abbiamo pensato a un appuntamento rivolto alle aziende e ai Comuni, per capire quali sono le regole del gioco e la loro concreta applicazione".

 

Primo imperativo: razionalizzare e risparmiare

Per un primo sguardo sulla materia è intervenuto Giuseppe Campanile, responsabile ufficio servizi pubblici locali e partecipate di Anci Nazionale, che ha ricordato come "le aziende pubbliche sono il quarto gruppo industriale italiano", è proprio per questo "negli anni sono stati molti gli interventi che hanno cercato di normare le società pubbliche, oggi però con il Testo Unico si ha un piano unitario".

Considerando che Anci ha messo a disposizione molto strumenti e sussidi online per aiutare gli enti locali, Campanile ha evidenziato come la particolare importanza del tema in queste settimane è legata al fatto che "il prossimo 30 settembre verrà al pettine primo nodo: il termine per la presentazione del bilancio consolidato, a cui seguiranno gli altri adempimenti".

Per il rappresentante di Anci, comunque, "la vera novità del Testo Unico" é l'introduzione del "Piano di revisione straordinaria, col quale il legislatore vuole ottenere la rappresentazione dello stato dell'arte, perché in questo modo a ogni 31 dicembre si avrà quadro della situazione delle aziende partecipate". Questo perché lo scenario nazionale delle aziende partecipate mostra anche l'esistenza di partecipazioni di dubbia efficacia, come quella di un ente in una azienda di coltivazione di noci.

Un po' scettico sui contenuti del Testo Unico si è dimostrato Stefano Pozzoli, professore di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, per il quale "la norma non ci dice cosa sia razionalizzare", perché se l'obiettivo della normativa è il "perseguimento di economie di spesa", queste "possono essere perseguite anche con il mantenimento delle società" apparentemente non necessarie. Per Pozzoli dunque il tema vero che ruota attorno al Testo Unico "è il risparmio, perché si tratta di una norma di finanza pubblica", e proprio per questo "si deve porre attenzione alle sue diverse interpretazioni, che possono creare danni se non ci si attiene alla norma".

Una cosa è chiara: "le società non devono avere gli stessi vincoli dei Comuni", bensì devono "tener conto del settore" in cui operano, evidenzia il docente, ma altresì rimane delicata la questione relativa al personale, con le indicazioni contenute nell'articolo 25 del Testo, che prevedono adempimenti delicati in merito alla valutazione delle eccedenze di personale, che potrebbero "scoraggiare l'assunzione di nuovi dipendenti".

 

Un'applicazione che lascia spazio alla discrezionalità 

Ma come è possibile applicare questa norma senza incappare in problemi o fraintendimenti?

Paolo Sabbioni, avvocato e docente universitario, ha risposto a questa domanda considerando che il "tema di base è quello di assumere con estremo rigore un testo legislativo che è un atto difficile", perché "la ratio sottostante è complessa".

Sabbioni si è dunque soffermato sul Piano di razionalizzazione, in merito al quale "molto è lasciato all'autonomia dell'ente",  e "non è sempre vincolante passare per l'alienazione delle quote societarie o per la messa in liquidazione della società" se, ad esempio, l'azienda non ha raggiunto gli obiettivi di 500 mila euro di fatturato annuo. Per il professore della Cattolica "molto sarà determinato dal come sono gestite quelle attività", l'importante è che "ogni ente usi la propria discrezionalità" dando "ragionevole motivazione in merito alle decisioni che si dovranno assumere". Per tale motivo "il Consiglio comunale è il luogo deputato dove prendere decisioni" in merito a questa partita, ha sostenuto Sabbioni.

Infine, per dare seguito alle scelte che si vorranno intraprendere, sarà fondamentale per Sabbioni che "la parte di indirizzo politico e quella di indirizzo gestionale delle aziende si guardino e confrontino per portare avanti il compito di darsi un percorso di razionalizzazione".

 

I controlli e le responsabilità 

"Tutta la questione sulle società partecipate pubbliche è stata negli anni ampliata in maniera strumentale, sulla base di equivoci scatenati per motivi politici e di lobby di settore, che non hanno permesso di distinguere la realtà", che non è solo costituita da "carrozzoni e carrozzine, ma da aziende vere", che non sono uniformabili. Questo è stato l'attacco a effetto di Giancarlo Astegiano, procuratore regionale presso la Corte dei conti del Piemonte, che è intervenuto dopo aver ascoltato le diverse osservazioni portate al tavolo dai relatori.

In questo contesto, secondo il procuratore, riveste importanza la raccolta delle schede di ricognizione delle società, per avere un quadro uniforme della situazione nazionale e per capire anche come muoversi nella razionalizzazione.

Per Astegiano su questo tema ha voluto presentare una necessaria precisazione, poiché nella razionalizzazione il principio di "discrezionalità non intende che l'amministratore si trova di fronte a un quadro d'azione praticamente libero, ma che deve applicare i contenuti normativi secondo alcuni criteri", che sono principalmente quelli di "efficienza e di riduzione della spesa pubblica". Pertanto sarà fondamentale "applicare la scelta più confacente a rispondere a questi principi", e il controllo degli enti preposti a validare tali scelte "verrà fatto in base al loro rispetto". È necessario quindi che le decisioni delle amministrazioni siano  motivate. (LS)

ANCI Lombardia © 2024  |  C. fiscale 80160390151  P. Iva 04875270961