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POLITICHE GIOVANILI

Informagiovani, Rosina: Il Comune primo segno di appartenenza territoriale per il 48 per cento degli under 35

23 Settembre 2016

A Milano un confronto su servizi, strumenti e nuove sfide per un dialogo proficuo con i giovani di oggi.

Come può un comune dialogare in modo proficuo con i giovani? Con una generazione che cambia e di cui è sempre più difficile tracciare i confini? Provano a dare risposte concrete i partecipanti all'incontro L'Informagiovani c'è! Target, servizi, strumenti e nuove sfide per un Comune che dialoga con i giovani, organizzato a Milano presso la sede di Anci Lombardia il 23 settembre 2016.
Un panel di relatori specializzati ha descritto la nuova generazione di Millennials (16-35enni) che ridefinisce consumi ed equilibri sociali di oggi, le iniziative prese dal coordinamento regionale Informagiovani, grazie alla testimonianza di Maria Carmen Russo, coordinatore rete Informagiovani Lombardia e Responsabile servizio Università - Informagiovani del Comune di Cremona e le politiche per i giovani di Regione Lombardia, illustrate da Cristina Colombo, direttore generale Sport e Politiche per i giovani.


In particolare Alessandro Rosina, docente di demografia presso l'Università Cattolica e curatore del Rapporto Giovani, ha inquadrato con pochi, efficaci dati, questa nuova generazione "liquida", che si  distingue per un notevole aumento della rapidità del cambiamento e per un elevato grado di complessità e specializzazione. E ha subito precisato il ruolo (e le mancanze) dei Comuni: "I dati dell’indagine “Rapporto giovani” dell’Istituto Toniolo evidenziano come negli ultimi anni sia aumentata la consapevolezza di vivere in una realtà non all’altezza delle proprie capacità e aspettative (ritiene di vivere in un paese che offre meno opportunità rispetto al resto d’Europa oltre il 70 percento dei ventenni italiani contro meno del 10 percento dei coetanei tedeschi). Nonostante questo la grande maggioranza non è rassegnata e non si considera una “generazione perdente”: oltre il 90 percento degli intervistati ritiene anzi che la propria generazione sia la risorsa principale che il paese ha per crescere".

 

Legati ai Comuni da un forte senso di appartenenza
Il compito dei Comuni è dunque chiaro: aiutare i giovani a trovare il proprio posto nel mondo, supportare il loro livello di fiducia parlando con il linguaggio giusto, sostenerli nella identificazione del loro progetto di vita. Sapendo - ed è questo il dato più sorprendente - che il 48% di loro ha un forte senso di appartenenza. Alla domanda “A quale ambito territoriale senti di appartenere di più”, il Comune riceve il 48 percento dei consensi, l’Italia il 28,2 percento, l’Europa e il mondo 22 percento, altro 1,8 percento. "Questo significa che le politiche a livello comunale, o in sinergia tra livello nazionale o comunitario e locale, sono quelle che maggiormente possono raggiungere e ingaggiare i giovani, soprattutto quelli in condizione sociale più svantaggiata", ha spiegato Rosina.

 

I giovani al centro di ogni opportunità offerta
Basta con le nicchie. E basta anche con le politiche ad hoc per un segmento specifico, siano le donne o i giovani: "Bisogna consentire a chiunque di avere accesso a tutte le opportunità in modo trasversale. Ai giovani, in particolare, Regione Lombardia intende dare la possibilità di partecipare a qualunque progetto venga lanciato, perchè solo in questo modo è possibile davvero stimolare la loro autonomia e competitività", spiega Cristina Colombo, direttore generale Sport e politiche per i giovani di Regione Lombardia. Che aggiunge: "Le modalità di intervento non devono essere calate dall'alto, ma sviluppate in collaborazione con il territorio, a tutti i livelli, da quello regionale a quello comunale, sino a ricomprendere quello europeo".
Colombo ha poi ricordato il successo di alcune delle principali iniziative attivate da Regione Lombardia, che hanno agito in maniera più incisiva sull'apertura di opportunità per le nuove generazioni: piani territoriali, forme di aggregazione giovanile, ma soprattutto Leva Civica: "L'entusiasmo con cui i giovani hanno risposto ci fa ben sperare per il futuro e ci consente di essere ottimisti. Altro che Neet, altro che il ritratto desolante di ragazzi che passano le giornate a non fare nulla. La voglia di fare e costruire è palese. Dobbiamo sapere interpretarla, indirizzarla e supportarla in ogni modo possibile".
 

Valeria Volponi

 

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