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Immigrazione

Fassino: "Patto per accoglienza tra Stato, Regioni e Comuni basato su sette punti cardine"

21 Settembre 2016

Un aspetto fondamentale per Fassino è poi quello di dare il via ad “un sistema diffuso che faccia leva su tutti gli 8 mila Comuni"

La conclusione di “un patto nazionale del’accoglienza sottoscritto da Comuni, Regioni e Stato con il coinvolgimento pieno di tutti gli attori sociali, penso al vasto mondo del volontariato sociale, che fin qui ha contributo alle politiche di accoglienza sul territorio”. Questa la proposta illustrata dal presidente dell’Anci Piero Fassino alla stampa nel corso della conferenza che ha fatto seguito al comitato direttivo svoltosi oggi in via dei Prefetti.
“Riteniamo che il tema dei profughi e dei migranti debba essere affrontato superando un approccio emergenziale e abbiamo proposto al governo un piano in sette punti che abbiamo discusso con il ministro Alfano il 6 settembre”, ha poi aggiunto Fassino.
Questo piano parte innanzitutto dalla “necessità di creare degli hub di prima accoglienza in ogni Regione evitando quello che troppo spesso avviene con il passaggio diretto dei profughi ai Comuni al momento dello sbarco”. Importante poi per il presidente Anci che “siano i sindaci l’autorità fondamentale su cui fare leva, superando gradualmente il canale di distribuzione dei profughi attraverso le prefetture”.
Un aspetto fondamentale per Fassino è poi quello di dare il via ad “un sistema diffuso che faccia leva su tutti gli 8 mila Comuni per evitare quell’addensamento sui piccoli Comuni che è spesso la vera fonte di molti problemi con le popolazioni nei singoli territori”. Un sistema diffuso “fondato sul criterio assolutamente cogente di proporzionalità tra profughi e dimensione del comune che li ospita”. Ancora l’Anci ha chiesto che si adotti un sistema di premialità per i Comuni che accolgono i profughi e che i Comuni possano utilizzarli per attività di varia natura, una sorta di impegno a restituire qualcosa alla comunità ospitante”.
Infine, due punti tecnici ma dalla importante ricaduta operativa nella gestione complessiva del fenomeno migratorio: da un lato, la semplificazione delle procedure di esame delle domande di asilo e l'accelerazione dei tempi; e dall’altro l'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge - fermo da un anno - sui minori non accompagnati, questione che pesa in modo insostenibile sui bilanci dei Comuni”.

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