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BAMBINI

I Comuni per i diritti dei bambini

17 Febbraio 2016

La Città delle bambine e dei bambini - Primo ciclo di incontri questa mattina a Bergamo

Questa mattina a Bergamo, presso la Sala Galmozzi, si è svolto l’incontro “I Comuni per i diritti dei bambini”, organizzato da ANCI Lombardia, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. 
Il 27 maggio 2016 si celebrerà in tutta Italia il XXV anniversario dell’entrata in vigore della Legge 27 maggio 1991, n. 176, avente per oggetto “Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989”, documento che riconosce ai bambini fin dalla nascita lo status di cittadini e, in particolare l’articolo 12 sancisce il diritto di esprimere il loro parere ogni volta che si prendono decisioni che li riguardino. 
Partendo da questo presupposto, Pierfranco Maffè, Presidente del Dipartimento Istruzione ANCI Lombardia, ha introdotto il progetto della Città delle bambine e dei bambini, sostenendo che “una città a misura di bambino è una città a misura di tutti. Le città oggi hanno perso il loro essere luogo d’incontro e di scambio e i bambini sono quelli che hanno pagato il prezzo più grande”.
E’ proprio con l’interrogazione relativa al cambiamento delle nostre città che Francesco Tonucci, psicopedagogista dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del CNR di Roma, apre la propria relazione “quando ero bambino, le piazze erano il luogo dove i vecchi sedevano e i bambini giocavano. Oggi sono piene di macchine oppure vuote. Il parametro delle nostre città è il maschio adulto lavoratore, non si tiene in considerazione il bambino o l’anziano”.
Tonucci ha focalizzato poi l’attenzione sul gioco e sulla libertà del bambino. La città deve garantire al bambino di poter vivere l’esperienza del gioco in autonomia, articolandosi quindi come scoperta, rischio e superamento di ostacoli. 
Il progetto della Città delle bambine e dei bambini si pone come proposta agli amministratori di intervenire sui territori per rendere le città a misura dei più piccoli: in tal senso è necessario ripensare la città a partire dal quartiere, pensare la città da pedone, cambiare il punto di vista dall’adulto al bambino e dal lavoro al gioco.
A seguire, gli interventi dei rappresentanti degli Enti e delle Istituzioni territoriali che hanno presentato esempi di come le amministrazioni hanno cercato di dare spazio ai bambini e agli adolescenti, di coinvolgerli e di responsabilizzarli e allo stesso tempo di garantire delle città più sicure e democratiche. 
“Due bambini amanti del verde mi hanno scritto personalmente- dice Federica Bruletti, Sindaco di Levate- chiedendo un orto in città. Dopo averli incontrati, abbiamo creato un progetto di orti didattici: i due bambini sono diventati i referenti del progetto”.
“Il progetto Gramigna, relativo alla manutenzione del verde – precisa Renato Bondesan, Ufficio Tecnico del Comune di Presezzo- responsabilizza i ragazzi a prendersi cura del proprio Paese. Si rendono conto che la cosa pubblica è anche loro, va quindi rispettata e tutelata. Il progetto Gramigna ha vinto nel 2004 il premio provinciale per le Città sostenibile”.

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