Caro Presidente,
ci rivolgiamo a Te per manifestare la grande preoccupazione nostra e dei Sindaci italiani per alcune rilevanti criticità che investono la vita dei nostri Comuni.
Non ci sfuggono le difficoltà per ricondurre il nostro Paese su un sentiero di sviluppo e crescita. E per questo guardiamo con speranza ai primi segnali positivi di possibile ripresa. Risultati a cui non e' certo estraneo l'impegno dei Comuni, che hanno contributo al risanamento dei conti pubblici in modo molto significativo e oneroso devolvendo allo Stato, dal 2010 al 2014, oltre 17 miliardi di euro a cui aggiungere nel 2015 un ulteriore sforzo di 1 miliardo e mezzo da spending review e 1.8 da Patto di stabilità.
Ne’ sottovalutiamo le innovazioni acquisite per i Comuni in questi mesi - sia nella legge di stabilità, sia nel decreto milleproroghe e in altri provvedimenti legislativi – sulla base di un positivo rapporto negoziale tra ANCI e Governo.
Quel che oggi ci spinge a rivolgerci alla Tua personale attenzione e' la urgente necessità di dare soluzione a questioni che, avrebbero dovuto trovare accoglimento nella Legge di stabilità e invece sono state stralciate rimanendo a tutt'oggi irrisolte. Proprio per favorire l'adozione di soluzioni, l'ANCI, con spirito pragmatico, in queste settimane ha proseguito il confronto con il Governo, registrando – con i Ministeri dell’Economia e delle Autonomie e tecnici della Presidenza del Consiglio dei Ministri – soluzioni condivise che tuttavia, per ragioni che davvero ci risultano incomprensibili, non si sono tradotte in provvedimenti del Governo e del Parlamento.
Ci riferiamo in primo luogo alla urgenza di tradurre in atto di legge l’Intesa - sottoscritta in Conferenza Unificata nella scorsa settimana - che consente maggiore sostenibilità della armonizzazione contabile, nonché offre soluzioni ragionevoli alle sanzioni di Patto per annualità pregresse ed irregolarità formali, e sopratutto misure indispensabili per il decollo delle Città Metropolitane (alleggerimento sanzioni, differenziazione del carico della manovra rispetto alle Province).
Una questione particolare critica che richiede una soluzione a breve – per l’evidente incidenza sulla redazione dei bilanci – è la materia di IMU/TASI . A tutt'oggi non è' stato ricostituito il Fondo compensativo di 625 milioni riconosciuti come indispensabili nel 2014 a 1800 Comuni (pari a 30 milioni di abitanti) per evitare che subissero una perdita di gettito nel passaggio dal regime IMU alle aliquote Tasi. L'assenza di queste risorse rappresenta per quei Comuni, già gravati pro quota del taglio di 1 miliardo e mezzo, un raddoppio del taglio e l’oggettiva impossibilità di chiudere i bilanci.
Permane altresì critica la condizione dei Comuni montani a cui il nuovo regime fiscale sui terreni agricoli impone una devoluzione allo Stato del gettito stimato quale che sia il gettito realmente percepito. Trattandosi per la più parte di piccoli Comuni con bilanci minimi, qualsiasi scostamento nel rapporto entrate/uscite risulta insostenibile, con il rischio di tradursi in un taglio aggiuntivo.
Infine e' con vero allarme che richiamiamo l'attenzione Tua e del Governo sulla condizione di assoluta criticità in cui versano le nuove Città metropolitane, che sono gravate di un taglio particolarmente oneroso - 1 miliardo nel 2015 e altri 2 nel biennio 2016-17 - dovendo peraltro onorare tutti gli impegni dei precedenti enti. Peraltro la complessa materia delle funzioni delegate dalle Regioni stenta a trovare regolazione - e però la legge obbliga Città metropolitane a assicurare continuità nella erogazione di servizi - e i percorsi di mobilità verso altre amministrazioni del 30% del personale - da cui dovrebbero derivare risparmi di spesa - non sono per ora attivati per incompletezza di norme e procedure e il personale, con tutti i relativi oneri diretti e indiretti,continua a essere interamente a carico delle Città metropolitane e degli enti provinciali di secondo grado.
Vale la pena di ricordare che Città metropolitane - come gli enti provinciali di secondo grado - hanno l'inderogabile dovere di assicurare servizi essenziali, tra cui la manutenzione di edifici scolastici, reti stradali, assistenza ai disabili, che se non garantiti espongono i cittadini a gravi rischi e le strutture amministrative a responsabilità' civili e penali. E dunque garantire le risorse necessarie e' una urgenza assolutamente ineludibile. Senza poi sottacere che le Città metropolitane sono enti peculiari e distinti dalle province di secondo grado, con funzioni fondamentali proprie che richiedono una differenziazione nell’applicazione della manovra fra Città metropolitane e Province. Città metropolitane che dovrebbero rappresentare, come negli altri Paesi avanzati, i motori veri dell'innovazione e dello sviluppo, nonché avere poteri, regole e risorse per presentare il volto dell'Italia nel mondo.
E infine vi è l’urgenza di adottare misure di semplificazione ordinamentale concordate tra ANCI e Governo, ma non incluse nella Legge di stabilità.
Siamo naturalmente consapevoli che dare soluzione alle questioni indicate richiede la disponibilità di risorse. Riteniamo che ciò non sia impossibile tenuto conto di maggiori introiti fiscali derivanti da ripresa di consumi e di produzione e dal recente accordo italo-svizzero sul rientro dei capitali depositati all’estero (oggi contabilizzati nel bilancio dello Stato per 1 euro).
Di fronte a tutto ciò - con il consenso unanime del Comitato Direttivo della nostra Associazione - chiediamo con forza al Governo di emanare un “decreto legge Enti locali “ che includa le misure normative, amministrative e finanziarie, di immediata ed urgente applicazione che consentano di ottemperare agli obblighi di legge ed istituzionali e sopratutto alle nostre responsabilità verso i cittadini.
Così la emanazione di un DPCM che dia attuazione – anche solo parziale - all’ art. 24 del decreto legislativo 68 /2011 sul Federalismo fiscale (già oggi legge dello Stato) consentirebbe di garantire alle Città metropolitane le risorse necessarie alla gestione delle funzioni a loro attribuite dalla legge Delrio.
E Ti chiediamo un incontro urgente per definire le questioni qui richiamate e aprire cosi davvero una nuova fase di riassetto della finanza locale che affermi l’ autonomia, la centralità e la responsabilità dei Comuni e delle Città metropolitane nel nuovo quadro istituzionale, che consenta a noi Sindaci di partecipare attivamente ed accompagnare con spirito di innovazione e di coesione istituzionale le riforme strutturali e di sistema indispensabili per il cambiamento dell’Italia.