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Al via la campagna ''Azzardo: non chiamiamolo solo gioco'' sostenuta da Anci Lombardia

27 Giugno 2014

“È con estremo interesse che sosteniamo la mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo solo gioco”, poiché contribuisce all’insieme delle iniziative che informano e sensibilizzano in merito ai rischi del gioco d’azzardo patologico, contrastandone la diffusione” ha dichiarato Pier Franco Maffè

È stata presentata a Milano in occasione della giornata mondiale contro le dipendenze la campagna "Azzardo: non chiamiamolo solo gioco": una mostra con 60 vignette che girerà le scuole. Obiettivo dell’iniziativa sono l'educazione e la presa di coscienza dei giovani e dei ragazzi del problema del gioco d’azzardo patologico.
La campagna è stata promossa da Exodus con Anci Lombardia, Casa del Giovane di Pavia, Movimento No Slot , Vita e Associazione Unilab Svolta studenti.
Presente alla conferenza stampa Pier Franco Maffè, Presidente del Dipartimento Istruzione e Cultura di Anci Lombardia, che ha ricordato come l’Associazione “in questi anni si è fortemente impegnata nella sensibilizzazione sul tema del gioco d’azzardo patologico, rivolgendosi sia al legislatore nazionale che al legislatore regionale in merito alla necessità di normative e strumenti che tutelino i cittadini di fronte al dilagare di ludopatie che, come nuove droghe, hanno investito frange sempre più ampie di popolazione”.
“È pertanto con estremo interesse che – ha sostenuto Maffè - sosteniamo la mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo solo gioco”, poiché contribuisce all’insieme delle iniziative che informano e sensibilizzano in merito ai rischi del gioco d’azzardo patologico, contrastandone la diffusione”.
Anci Lombardia, attraverso il Dipartimento Cultura, Scuola e Istruzione, si è impegnata affinché gli Istituti scolastici e i Comuni siano informati sulla possibilità di richiedere gratuitamente la mostra nei loro spazi, poiché, come ha sottolineato il Presidente del dipartimento istruzione, “crediamo che incentivare la presenza di un simile progetto in ogni città costituisca una buona pratica da diffondere sul territorio e perché è solo grazie al coinvolgimento dei ragazzi e dei giovani che i progetti di prevenzione dalle dipendenze possono avere successo. A tutti i Comuni verrà quindi assicurata l’informazione in merito alle modalità di adesione al progetto”.
Maffè ha quindi sostenuto come “i sindaci in questi anni si sono trovati spesso soli a fronteggiare situazioni sempre più difficili e senza adeguati strumenti. Sindaci e servizi comunali hanno dovuto trovare risorse per fronteggiare le ludopatie e promuovere norme per regolamentare la proliferazione incontrollata di centri gioco e di apparecchi da gioco localizzati spesso vicino a centri sociali per anziani, scuole e luoghi di ritrovo, perché tali apparecchi, come ben dice il titolo della mostra, non sono solo un gioco”.
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