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Servizi idrici, le osservazioni di Anci Lombardia

30 Luglio 2010

"I Comuni, proprietari delle reti, partecipino alle decisioni strategiche sulla gestione del servizio".

Anci Lombardia ha presentato oggi all’Assessore Regionale Marcello Raimondi le sue osservazioni alla bozza di modifica della legge regionale sul servizio idrico.
Nel corso dell’incontro di mercoledì avevamo espresso alcune perplessità sull’impianto del progetto di legge – commenta il Presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana – soprattutto per quanto riguarda il mancato coinvolgimento dei Comuni nella decisione sugli investimenti da compiere. Ringraziamo l’Assessore Raimondi per la sua disponibilità ad ascoltare le osservazioni di Anci Lombardia, che abbiamo prontamente elaborato e che ci auguriamo vengano accolte”.
E’ necessario – continua Fontana - che le risorse idriche e i servizi siano regolati da norme definite dalle autorità pubbliche e non lasciate alle mere regole del mercato. Il necessario intervento legislativo della Regione avvenga nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, tutelando il tessuto pubblico che in questi anni ha dimostrato di gestire le risorse idriche con efficienza ed economicità, mantenendo un livello di tariffe sostenibile per i cittadini. I Comuni non possono essere chiamati a reperire risorse attraverso le loro società patrimoniali per finanziare investimenti decisi da altri livelli istituzionali e gestiti da soggetti che sempre altre istituzioni hanno scelto”.
E’ necessario che la legislazione regionale riconosca ai Comuni il loro ruolo sia nella definizione del piano d’ambito e nella scelta delle priorità degli investimenti, sia nella determinazione della tariffa. Sono i Comuni, del resto, i titolari delle reti e delle società patrimoniali che si sono costituite sulla base della legislazione nazionale regionale allora vigente.
Occorre una leale collaborazione a tutti i livelli istituzionali – prosegue il Presidente di Anci Lombardia -, anche se alle Province è demandata la funzione di controllo sulla qualità delle acque e si porrebbe quindi un caso di incompatibilità tra controllato e controllore. Si potrebbe riformulare il progetto di legge circa l’assegnazione delle competenze degli ex-AATO individuando altri strumenti, come ad esempio la Conferenza dei Sindaci che deve esprimere un parere vincolante”. “Si potrebbe anche pensare di applicare all’intera Regione il modello previsto per la Città di Milano – conclude Fontana - chiamando direttamente i Comuni a organizzare il servizio nelle modalità definite dalla legge e individuando il passaggio delle competenze alle Province solo nel caso in cui questo non dovesse avvenire entro un tempo definito”.
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