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GovernaTI-VA, aree periferiche, Bianchi: "serve trovare insieme un modo per far sì che queste aree non siano marginalizzate

19 Ottobre 2023

Workshop di chiusura di progetto

Si è concluso il percorso del progetto GovernaTI-VA, relativo al Quarto avviso del Programma Interreg Italia-Svizzera 2014-2020, che ha portato a maturazione il lavoro progettuale già sviluppato lo scorso triennio, focalizzando l’attenzione sul tema della Governance territoriale a supporto dello sviluppo locale in aree svantaggiate.
In particolare, il progetto ha messo a confronto approcci metodologici ed esperienze realizzati a vantaggio dei piccoli Comuni montani del Bellinzonese e del Locarnese nel Cantone Ticino e di quelli della Comunità Montana Valli del Verbano in Lombardia.
Al fine di condividere i risultati delle diverse attività svolte, e per mettere in luce possibili percorsi volti a favorire la rigenerazione di aree territoriali a potenziale inespresso, si è tenuto questa mattina Workshop finale di presentazione dei risultati.



Matteo Bianchi, Responsabile dei progetti europei per ANCI Lombardia, ha aperto i lavori del workshop considerando che le azioni del progetto hanno posto al centro della riflessione i “piccoli Comuni di montagna, che devono essere messi in rete per sviluppare sinergie e servizi in un contesto che deve considerare le loro particolarità, a partire dallo sviluppo delle necessarie collaborazioni con i territori oltre confine e dalla necessità evitare lo spopolamento.” Secondo Bianchi “le aree periferiche hanno una potenzialità enorme, pertanto, chi li amministra ha un ruolo fondamentale per il presidio dei territori, ma serve trovare insieme un modo per far sì che queste aree non siano marginalizzate.”
“La zona di studio di questo progetto sta tra due importanti aree: quella del Canton Ticino e quella metropolitana milanese e, anche per questo, se le situazioni non vengono presidiate rischia lo spopolamento”. ha rilevato Bianchi, considerando come, proprio per questo, ANCI Lombardia, “oltre che aver promosso attività di studio e formazione, ha messo a disposizione studi, servizi e ricerche che, con dati alla mano, possono dare ai Sindaci strumenti e metodologie per affrontare la situazione.”
Giuseppe Menotti, Segretario della Comunità Montana Valli del Verbano, ha preso la parola esprimendo “apprezzamento per il lavoro svolto, in particolare per quanto attiene il territorio del nostro ente”, e rilevando come sia stato “importante aver preso in considerazione il tema della frammentazione della rete fondiaria.”
Dalla Regione Lombardia ha portato i suoi saluti Sonia Amelotti.

Il lavoro di ricerca
Il workshop è stato introdotto da una relazione di Carlo Penati di ANCI Lombardia in merito al quadro legislativo e agli strumenti per lo sviluppo locale in Lombardia e nel Cantone Ticino
Nella descrizione dei dettagli dei fattori critici nei piccoli Comuni della Comunità Montana Valli del Verbano si è invece addentrata Jenny Santi di ANCI Lombardia, che ha evidenziato come tra i 32 Comuni della Comunità, lo studio abbia posto l’attenzione su 6 centri: Curiglia con Montevisco, Tronzano Lago Maggione, Dumenza – Comuni ad “alto svantaggio” –, e Maccagno con Pino e Veddasca, Agra e Rancio Valcuvia – Comuni a “medio svantaggio” -.
Dall’analisi di alcuni fattori, attraverso la somministrazione di questionari ai Sindaci, è emerso che il reddito medio dei cittadini di questi centri, per la maggior parte impiegati nel territorio elvetico, risulta superiore a quello degli italiani; questo fattore, tra gli altri, ha aumentato il livello di natalità, anche se la qualità della vita degli abitanti risente, in alcuni casi, della distanza tra luogo di lavoro e luogo di residenza. Analizzando le potenzialità del territorio, Santi ha considerato che i Sindaci hanno evidenziato l’importanza della qualità dell’ambiente e della sua ricchezza, anche se l'impossibilità a intervenire tempestivamente per affrontare piccole criticità, provoca lo sviluppo di situazioni complesse. Sul fronte deli servizi, quelli formativi sono garantiti nel territorio, mentre le attività culturali rappresentano un importante capitolo per tener vive le comunità. il capitolo sicurezza rileva che, in alcuni casi, questi territori di confine possono attrarre soggetti malavitosi che trovano un dove sono presenti minori controlli rispetto alle zone centrali. Nota dolente è quella relativa alla mobilità pubblica, le cui lacune vengono sopperite anche con iniziative personali come la condivisione dei mezzi. Altra criticità è quella relativa alla situazione abitativa, poiché in questi centri si riscontra un alto numero di seconde case per turisti, occupate solo nel periodo delle vacanze e che determinano un venir meno di spazi destinati ai cittadini in cerca di un’abitazione. Si registrano comunque difficoltà sulla rete dei servizi, anche sanitari, e problemi legati alla tenuta del sistema educativo e delle infrastrutture. Concludendo, Jenny Santi ha comunque rilevato che “chi ha scelto di rimanere, ha scelto di convivere con le difficoltà ma in compenso ha posto l’accento sulla qualità della vita e sul fatto di sentirsi in una comunità.”

L’operatività sul territorio
Come poter operare con strategie condivise per lo sviluppo territoriale?
Una risposta è giunta da Lorenzo Liguoro e Alessandro Dei Rossi di Sherpa, partner di progetto, i quali, attraverso la piattaforma Mosaic, che parte dall’analisi di dati obiettivi e dal potenziamento dell’intelligenza delle persone attraverso dinamiche collaborative, per definire decisioni condivise e concretamente sperimentabili, e sulla base dei dati rilevati con i questionari ai Sindaci, hanno organizzato un percorso che ha coinvolto le sei comunità oggetto del progetto per definire alcune strategie d’azione. Dalle riflessioni emerse ci si è focalizzati, in particolare, sul problema della frammentazione fondiaria, che rappresenta una minaccia per la possibilità di intervenire prontamente nella prevenzione di emergenze incendiarie o di rischio idrogeologico, se il proprietario non viene rintracciato con facilità. Grazie al lavoro congiunto è risultata evidente la necessità di operare su questo tema, facendo emergere la proposta di integrare i Piani di Assestamento Forestale con una valutazione specifica sul grado di rischio associato alle singole particelle forestali, che determinano a priori esigenze di prevenzione che consentono al Comune di intervenire sul suolo privato.
Accanto a queste attività innovative, il progetto ha anche considerato quanto previsto da iniziative locali già in corso, presentate da Jenny Santi e Cristina Sarchi di ANCI Lombardia, che vanno dal sostegno alle attività economiche, alla telemedicina, al recupero di case per i giovani oltre che al miglioramento della rete telefonica, accompagnati dallo sviluppo di piani turistici di ampio respiro.
Nel corso del workshop vi è stata anche l’occasione per approfondire la Strategia Nazionale Aree Interne e, in particolare, il caso della Valchiavenna, con una relazione di Sabrina Lucatelli di Riabitare l’Italia.
Patrizia Messina, dell’Università di Padova, ha chiuso la mattinata presentando un modello di Governance territoriale: le cooperative di comunità.

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