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Cittadinanza

Anci alla Camera: adeguare la legge sulla cittadinanza alla nuova realtà del Paese

3 Marzo 2020

Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, ha rappresentato l’Associazione ascoltata dalla commissione Affari Costituzionali della Camera

L’Anci guarda “con favore alle proposte legislative che prevedono la possibilità di accesso alla cittadinanza italiana dei minori stranieri nati in Italia o entrati a pochi anni di vita. Ma a patto di vincolare la maturazione di tale diritto ad alcuni requisiti, come un corso di istruzione primaria o secondaria o un percorso di istruzione o formazione professionale. Infatti, in base alla normativa attuale, che non sembra più adatta a rispondere alle nuove realtà, le difficoltà maggiori riguardano proprio questi minori/ragazzi che di fatto sono cresciuti nel nostro Paese, si sentono pienamente italiani, ma per i quali l’ottenimento della cittadinanza è percorso assai tortuoso”. Lo ha sottolineato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, rappresentando l’Associazione ascoltata dalla commissione Affari Costituzionali della Camera.
Il delegato Anci ha sottolineato l’interesse dei Comuni a “vincolare la cittadinanza a percorsi di integrazione linguistica e civica, alla partecipazione sociale e alla vita del Paese, aderendo ai valori fondamentali della nostra Costituzione, tutto questo per garantire il binomio cittadinanza-integrazione.
Entrando nello specifico di una delle novità della proposta di legge, il sindaco di Prato ha espresso l’interesse dei Comuni anche per la nuova modalità di acquisizione della cittadinanza su proposta del sindaco del Comune di residenza. “Si tratta di una previsione che, riconoscendo un legittimo coinvolgimento dell’amministrazione comunale nella procedura individuale di riconoscimento della cittadinanza – ha spiegato – la connette a un principio di territorialità e la inquadra in una visione più complessiva della comunità di appartenenza, dei cui interessi collettivi il sindaco è custode”.
Biffoni ha, invece, riportato la preoccupazione di diversi sindaci in merito ad alcuni passaggi su cui la proposta di legge appare oltremodo ‘semplificata’, in particolare per quanto riguarda un’eccessiva attenuazione dei motivi che impediscono l’acquisizione della cittadinanza. “Riteniamo sia necessario considerare anche le condanne di lieve entità tra i motivi che escludono l’acquisizione della cittadinanza da parte dello straniero”, ha spiegato il delegato Anci.
Sulla seconda proposta di legge in discussione “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, che – come dichiarato alla Commissione – Anci deve ancora sottoporre in sede di Commissione Immigrazione e Politiche per l’Integrazione, Biffoni ha evidenziato il favore dell’Anci per le ipotesi normative che agevolino l’emersione dell’irregolarità e la promozione del regolare soggiorno e inclusione socio-lavorativa, consentendo a chi già si trova sul territorio italiano di vivere e lavorare legalmente nel nostro Paese. Da questo punto di vista il sindaco di Prato ha sottolineato come la proposta di legge riconosca due posizioni consolidate da anni nell’Associazione: da un lato l’introduzione di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione, e dall’altro il riconoscimento agli stranieri soggiornanti di lungo periodo dell’elettorato passivo ed attivo nelle consultazioni elettorali locali.
“È importante per i Comuni che si trovino soluzioni per tutte quelle persone irregolari presenti sui territori, poiché si tratta di persone che spesso si rivolgono ai servizi sociali comunali, provocando un carico aggiuntivo sulle basse soglie (emergenza freddo, dormitori, etc.). Situazioni che inevitabilmente preoccupano i Sindaci e le comunità locali, trattandosi di situazioni vulnerabili che, in quanto tali, sono più a rischio di entrare in contatto con circuiti illeciti”.
Infine, rispondendo alle domande poste, il sindaco di Prato ha rappresentato come l’Anci abbia ricevuto alcuni segnali di preoccupazione, soprattutto da parte di piccoli Comuni del nord-est, per possibili truffe che si celano dietro a numerosi casi di riconoscimento della cittadinanza italiana “jure sanguinis”. “Tematica su cui, dunque, è importante che vi sia l’attenzione del Parlamento”.

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