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#ANCI2020

Gori all'Assemblea ANCI, Una diversa economia per un Paese più giusto

19 Novembre 2020

L'intervento del Sindaco di Bergamo

“Fino a che non avremo tutta la popolazione vaccinata, avremo bisogno di una bussola per orientarci in una situazione che conoscerà ondate successive, speriamo non gravi come le precedenti, e consentire alle comunità di impegnarsi per tenere gli indicatori dei contagi sotto i livelli di allerta”.  Così ha aperto il suo intervento il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori alla tavola rotonda “Una diversa economia per un Paese più giusto” organizzata nell’ambito della XXXVII Assemblea Anci”, interrogato sullo schema proposto dal Governo per la divisione in zone del territori per la gestione dell’emergenza.

Per il Sindaco Gori “il sistema a fasce e i parametri definiti dalla cabina di regia sono uno strumento adeguato. Si deve poter inoltre contare su dati attendibili e puntuali, e su una maggiore trasparenza anche attraverso una maggiore semplificazione del cruscotto che tiene insieme così tanti indicatori. Sono però consapevole che di questi ce ne sono 6 legati all’affidabilità dei dati ed è molto importante che i dati siano affidabili in ingresso dalle regioni”.

“L’auspicio – ha aggiuneto - è che proseguano i segnali di rallentamento della corsa del virus e che nelle prossime settimane ci sia una discesa dei contagi, per le attività economiche a cui abbiamo chiesto sacrifici, penso ai negozi alla ristorazione o alle scuole costrette alla didattica a distanza, e si possa cedere ad una condizione sanitaria, nella mia regione, meno allarmante, e poi di conseguenza che le misure siano più leggere”.

Per quanto riguarda la situazione economica ha sottolineato: “Questa fase tende a schiacciarci sul presente, ma è essenziale progettare il futuro. Siamo entrati nella vicenda covid con una condizione oggettiva di fragilità per le debolezze che conosciamo. Da 20 anni il Paese non cresce, siamo in fondo a molte classifiche europee per efficienza della pubblica amministrazione, per la giustizia, per il sistema formativo, le disuguaglianze. In più a gennaio eravamo al limite della recessione. 

Per Gori è necessaria una spinta politica al rilancio: “Questo è il momento di usare assieme la coesione, che ho visto trai miei cittadini, e generare la spinta politica di capacità di governo per rilanciarsi. Se non cresceremo almeno del 2 per cento, come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, il debito che abbiamo ereditato e che è cresciuto in questi mesi, non sarà sostenibile. Gli investimenti europei – ha concluso - che ritengo vadano veicolati attraverso gli enti locali, sono la nostra grande occasione, non buttiamola via”.

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