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Piccoli Comuni - Guerra, applicazione patto stabilità rasenta follia

3 Ottobre 2013

Consulta nazionale ANCI piccoli Comuni si riunisce in vista della XIII Conferenza nazionale di Firenze

‘’L'applicazione del patto di stabilita’ anche ai piccoli Comuni tra i 1000 ed i 5000 abitanti a partire dal 2013 e’ una prospettiva insostenibile e rasenta la ‘follia’, non solo per il sacrificio finanziario richiesto ma anche per la sua irragionevolezza e ingestibilita’ tecnica’’. E’ quanto ha dichiarato Mauro Guerra, Coordinatore nazionale piccoli Comuni ANCI riassumendo quanto emerso dalla riunione della Consulta Nazionale ANCI dei Piccoli Comuni riunitasi ieri presso la sede dell’Associazione in vista della XIII Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni che si terra’ a Firenze il 23 ottobre mattina.
‘’I bilanci di questi Enti – spiega Guerra - sono di entita’ ridotta, estremamente rigidi e con una dipendenza quasi totale da fonti esterne per cio’ che riguarda gli investimenti, cio’ comporta l’impossibilita’ di governare ragionevolmente i flussi di cassa cosi’ come richiesto dal patto di stabilita’. Inoltre i piccoli Comuni sono impegnati sempre piu’ a costruire le gestioni associate obbligatorie di sostanzialmente tutte le loro funzioni fondamentali, uno sforzo di immane riorganizzazione complessiva. Un processo di per se difficile e assolutamente incompatibile con la rigidita’ delle regole del patto di stabilita’ definite su ogni singolo Ente’’.
‘’Tutto ciò, unitamente al devastante impatto recessivo e di blocco delle economie locali minori che queste misure gia’ stanno producendo, impone di riesaminare urgentemente l'intera questione, scongiurando da subito ogni ulteriore ripercussione negativa. Non intendiamo certo sottrarci ai doveri di contribuire al risanamento della finanza pubblica – conclude Guerra - ma proprio per questo chiediamo con forza che non si estenda l'applicazione di norme irragionevoli e dannose per la gran parte del Paese e delle economie locali’’.

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