‘’Le fusioni a freddo non sono possibili. Due individui che decidono di sposarsi devono almeno prima conoscersi e poi decidere in modo autonomo, e secondo le proprie necessita’, i percorsi condivisi da intraprendere. Allo stesso modo bisogna procedere per le fusioni di Comuni’’. E’ quanto afferma il vicepresidente dell’ANCI Roberto Pella, che oggi ha preso parte ad una giornata di studio sulle fusioni organizzata dal ministero dell’Interno.

‘’Quello di stamattina e’ stato un incontro importante, che ha dimostrato la volonta’ di una forte cooperazione sul tema tra Comuni e Governo, rappresentato dal Viminale, del Tesoro e dagli Affari regionali. Abbiamo spiegato perche’ le fusioni a freddo non sono possibili, e come sia importante concepirle e valorizzarle con i tempi dovuti, promuovendo l’autonomia e lo spirito collaborativo dei Comuni. L’ottica – prosegue Pella – dev’essere duplice: abbattere i costi migliorando i servizi, certo, ma anche mantenere e rispettare le identita’ e le peculiarita’ dei singoli territori. Per questo chiediamo al Governo innanzitutto una normativa chiara e lineare, che elimini le difficolta’ e le rigidita’ create da quella attuale. Inoltre e’ necessario garantire ai piccoli Comuni la continuita’ dei trasferimenti per un periodo medio lungo, poiche’ le fusioni, come avviene in tutte le aziende che si uniscono, non potranno che essere caratterizzate nel primo periodo da diseconomie, recuperabili nell’arco di 3 o 4 anni. Ulteriori tagli – conclude Pella - sarebbero per questo motivo insostenibili e rischierebbero di mandare a monte i processi di fusione’’.