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Finanza locale - Il Quaderno Anci-Ifel "La finanza locale in Europa dal Patto di stabilità e crescita ad oggi"

4 Aprile 2013

Il volume, realizzato dal Centro documentazione dei Comuni italiani Anci-Ifel, analizza a livello europeo quattro macro-tematiche per capire la situazione economica comunitaria in tempo di crisi

Il Quaderno "La finanza locale in Europa dal Patto di stabilità e crescita ad oggi" analizza i principali indicatori finanziari di alcuni importanti paesi federali, come Austria, Belgio, Germania, Spagna ed unitari (Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo) e ancora i dati, di fonte Eurostat, riguardano le Amministrazioni pubbliche per livello di governo e si riferiscono all'intervallo temporale che va dal 1999, anno dell'entrata in vigore del Patto di Stabilità e Crescita (PSC), fino all'ultima informazione disponibile per indicatore (aggiornamento a febbraio 2013). Il volume, realizzato dal Centro documentazione dei Comuni italiani Anci-Ifel, analizza a livello europeo quattro macro-tematiche per capire la situazione economica comunitaria in tempo di crisi.
Si parte dal Pil, attualmente al -0,3% per l’UE, il primo importante indicatore del livello di benessere di un sistema economico. Nel 2012 - si legge nel volume - il valore del tasso di crescita del PIL per l'U.E. a 27 è negativo (-0,3%). Il segno meno anticipa i valori di tutti i paesi considerati ad eccezione dell'Austria e della Germania (0,7), la Grecia registra il dato peggiore con un valore pari a -6,4%, segue il Portogallo con -3,2% e l'Italia con -2,2%. E' nel 2009 che avviene il crollo del valore per tutti i paesi considerati e i valori più alti sono registrati dalla Finlandia (-8,5%) e dal nostro Paese con -5,5%, segue la Germania (-5,1%) che resta sopra il valore U.E. 27 (-4,3%). Lo scarto 1999-2011 è negativo per tutti i paesi considerati. Grecia (-9,8%) e Portogallo (-7,3%) registrano i valori più negativi, mentre si attestano al di sopra del dato U.E 27 (-3,3%) unicamente Germania (-1,2%) ed Austria (-2,8%). L'Italia registra un -3,7% come il Belgio.
E’ poi la volta del debito pubblico, rappresentato da tutte le forme di indebitamento cui lo Stato ha fatto ricorso per coprire i suoi deficit. In valori assoluti è la Germania a registrare complessivamente i valori più elevati per l'ultimo periodo disponibile (2.087.998 milioni di euro). Per il 2011 seguono l'Italia (1.906.738 milioni di euro) e la Francia (1.716.966), mentre per ultima la Finlandia con 92.849 milioni. Guardando al debito in percentuale sul Pil si nota come sia cresciuto in termini lordi di oltre 20 punti percentuali (%PIL) tra il 2007 e il 2011, una tendenza al rialzo che sembra non arrestarsi. Considerando questo indicatore per le Amministrazioni pubbliche dei paesi federali si osserva come la Spagna rispetti i parametri di Maastricht per il maggior numero di anni, superando la percentuale del 60,0% soltanto nel 1999 (62,4%), nel 2010 (61,5%) e nel 2011 ( 69,3%), registrando un minimo storico nel 2007 (36,3%).
Il capitolo sul decentramento della spesa riguarda la percentuale di spesa locale in percentuale della spesa totale. Nel 2011 la percentuale più elevata tra i governi federali si rileva in Spagna (54,5%), seguita da Germania (45,7%) e Belgio (41,7%). Tra i governi unitari è la Finlandia a mostrare il grado di decentramento più forte (41,1%). In Italia e nei Paesi Bassi la spesa locale incide per circa un terzo sulla spesa totale, mentre in Grecia pesa appena il 5,9%.
Infine il Quaderno Anci-Ifel analizza la dimensione locale degli investimenti nella quale emerge come nel 2011 gli investimenti fissi lordi in percentuale sul Pil delle Amministrazioni dell'U.E. 27 sono stati in media del 2,5%. Tra i paesi federali sopra tale valore in primis la Spagna con il 2,9%, mentre l'Austria registra il dato più basso dell'1%. A livello locale, vale per tutti i paesi federali il principio per cui sono i governi locali i maggiori investitori di risorse con punte dell'1,6% delle amministrazioni locali spagnole nel 2009. Nel 2011 sono sempre Paesi Bassi (3,4%) e Francia (3,1%) a investire di più in percentuale sul PIL, mentre sotto al medi U.E. (2,5%) si trovano la Grecia (1,6%) e l'Italia (2%). Sono le amministrazioni locali olandesi ad investire di più nel 2011 (2,3%), seguite da quelle francesi (2,2%) e finlandesi (1,8%), all'opposto quelle greche con 0,5%, mentre quelle locali italiane registrano l'1,4%.
Considerando gli investimenti fissi lordi euro pro capite, tra i paesi federali il valore più elevato è conseguito nel 2011 dalla Spagna (666 euro pro capite), unica sopra il dato medio U.E.27 (627 euro), seguita poi dal Belgio (578 euro). Quest'ultimo registra anche il dato più alto riferito agli investimenti euro pro capite delle amministrazioni locali (269 euro), mentre all'opposto si collocano le amministrazioni locali austriache (134 euro).

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