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CIRCOLARI

Circolare n. 48/15

27 Febbraio 2015

Oggetto: Poste - Audizione Anci Lombardia presso I e IV Commissione regionale

Milano,  27 febbraio 2015
Prot. n.767 /15
Circolare n. 48/15
Ai Sindaci
Dei Comuni lombardi
LORO SEDI
Oggetto: Poste - Audizione Anci Lombardia presso I e IV Commissione regionale
Carissimi,
si è tenuta ieri a Milano l’audizione di Anci Lombardia presso le Commissioni Bilancio e Attività produttive del Consiglio regionale in merito alla prevista riorganizzazione degli uffici postali.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa con la relazione della seduta.
Distinti saluti,
Rinaldo Redaelli
Vice Segretario Generale ANCI Lombardia
 
COMUNICATO STAMPA
I servizi postali e la loro riorganizzazione, che prevede la chiusura o il ridimensionamento degli orari di apertura, sono stati il tema dell’audizione di Anci Lombardia presso le Commissioni Bilancio e Attività produttive del Consiglio regionale.
Come noto Poste Italiane, in attuazione del suo piano riorganizzativo, vuole procedere alla chiusura di 61 uffici in Lombardia, soprattutto nei Comuni e nelle frazioni con meno di 5000 abitanti, e all’apertura a giorni alterni di altri 121 sportelli.
Mario Colombo, Sindaco di Ramponio Verna in Val d’Intelvi e Presidente del Dipartimento servizi pubblici locali di Anci Lombardia, ha puntualizzato che “le istanze presentate dai Comuni evidenziano soprattutto che se si vuole ridimensionare il numero degli sportelli postali, questo non può determinare il venir meno dei servizi essenziali per i territori. È pertanto necessaria una ristrutturazione ragionata delle attività postali, che preveda nella sua fase previsionale il confronto con i Comuni. Inoltre è anche fondamentale considerare il tema della efficienza delle Poste a livello locale, integrando il personale mancante al fine di migliorare le prestazioni”.
Paola Martinelli, delegata del Dipartimento piccoli Comuni di Anci Lombardia e Sindaco di Cuasso al Monte, nel suo intervento di fronte alle Commissioni ha sottolineato come la delegazione dei Comuni si è fatta “portavoce del disagio dei nostri cittadini, poiché è inammissibile che la decisione di chiudere degli uffici postali venga presa dall’alto, senza considerare la sua ricaduta sulle fasce più deboli. Inoltre, nei piccoli centri aumentano le difficoltà di spostamento tra un comune all’altro, e quindi è necessario garantire un servizio universale come quello postale”. Martinelli ha continuato denunciando come “non sia possibile immaginare che, laddove si chiuda un ufficio, la presenza dello sportello venga sostituita facendo ricorso ai servizi telematici, poiché la maggior parte della popolazione, e non solo quella anziana, non li padroneggia”.
Pier Achille Lanfranchi, sindaco di Fortunago, ha chiesto che gli interventi “di soppressione e riduzione dei servizi non siano considerati soltanto secondo parametri economici. Poste italiane infatti presenta un bilancio in attivo e, grazie a questo, è possibile coprire le eventuali perdite dovute all’apertura di alcuni uffici, con i guadagni assicurati da altri”
Non sono mancate le testimonianze dai territori che hanno denunciato disagi e problemi.
A Casalpusterlengo, come ha dichiarato il Sindaco Gianfranco Concordati, “verrà chiuso l’ufficio postale nella frazione di Zorlesco, che conta 1200 abitanti e dista 5 chilometri dal secondo sportello nel territorio Comunale. Nel lodigiano, oltre a questa chiusura, è previsto anche il ridimensionamento di 6 uffici. Quello che si presenta come un provvedimento per innovare in realtà si rivela come un mero atto burocratico, che chiude gli sportelli a prescindere dalle caratteristiche territoriali e sociali. Chiediamo pertanto la sospensione del piano in attesa di un confronto con i Comuni”.
Paolo Brambilla, Sindaco di Vimercate, ha presentato il caso dell’ufficio postale della frazione di Ruginello, “località di circa 3mila abitanti e che vede lo sportello più prossimo a circa due chilometri di distanza. Mi preme sottolineare che, solitamente, le frazioni sono centri poco forniti di servizi pubblici e la presenza di un ufficio postale rappresenta la possibilità di disporre di servizi finanziari quando mancano istituti di credito in loco. È innegabile pertanto che Poste Italiane, svolgendo un’importante funzione pubblica, debba procedere nella ristrutturazione del servizio confrontandosi con i Comuni, al fine di tutelare i cittadini”.
Anche nel Pavese la situazione è preoccupante, come ha precisato Massimo Nascimbene, Sindaco di Zinasco, che ha evidenziato come si debba “arginare la decisione unilaterale di Poste Italiane di chiudere 19 sportelli nel territorio provinciale. Non nascondo inoltre timori in merito alla sicurezza poiché i cittadini, soprattutto gli anziani, saranno costretti a tenere in casa somme non indifferenti di denaro contante, con il rischio di aumentare l’esposizione a furti e rapine”.
Alla seduta era presente anche Rinaldo Redaelli, Vicesegretario generale di Anci Lombardia che, confermando la pioggia di proteste, appelli e petizioni pervenuti dai Comuni interessati,  ha annunciato che a seguito dell’accordo stipulato a Roma tra Anci e Poste che sostanzialmente ha demandato alle Anci Regionali le trattative territoriali, nei prossimi giorni, come già concordato con Poste spa, sarà attivato il tavolo Lombardo. 
Al termine dell’incontro le Commissioni hanno approvato una Risoluzione che chiede alla Giunta di intervenire sull’azienda perché venga sospeso il processo di riorganizzazione e di avviare, in collaborazione anche con gli Ster, una mappatura delle situazioni territoriali più critiche. Infine alla Giunta viene chiesto di attivare un tavolo regionale per studiare nuovi strumenti operativi insieme a sindacati, associazioni di consumatori e istituzioni territoriali.
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