Milano, 5 GIUGNO 2012
Prot. n.1016/12
Circolare n. 73/12
SINDACI
ASSESSORI AI SERVIZI PUBBLICI LOCALI
AI SEGRETARI COMUNALI
LORO SEDI
ORGANI ANCI
Oggetto: servizio pubblica illuminazione
Egregi Amministratori,
il recente “decreto liberalizzazioni” ha previsto una nuova organizzazione dei servizi pubblici locali su “ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei individuati in riferimento a dimensioni comunque non inferiori alla dimensione del territorio provinciale e tali da consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l'efficienza del servizio”.
La norma di riferimento è desunta dalla legge 24 marzo 2012 n.27 (Conversione del DL 24 marzo 2012 n. 1) che al comma 1 dell’art.25 ha integrato la legge 16 settembre 2011 n. 148 introducendo un nuovo art. 3-bis. La nuova disposizione rimette alle Regioni il compito di definire, entro il termine del 30 giugno 2012, il perimetro dell’ambito che, tuttavia, “di norma non deve essere inferiore almeno a quello del territorio provinciale”.
Le stesse disposizioni consentono però alle Regioni di “individuare specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, motivando la scelta in base a criteri di differenziazione territoriale e socio-economica e in base a princìpi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio.
La nuova norma è applicabile a tutti i “servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica”. Tale definizione richiama due questioni: la prima è sicuramente riferita all’applicabilità del concetto di servizio pubblico locale alla pubblica illuminazione. Su questo tema non esistono dubbi interpretativi dopo che diverse sentenze (fra cui la sentenza Cons. di Stato sez V del 16 dicembre 2004, n. 8090 ovvero quella del 25 novembre 2010, n. 8231) hanno chiaramente annoverato i servizi della pubblica illuminazione come SPL (servizi pubblici locali).
Forti dubbi emergono invece rispetto alla configurabilità della pubblica illuminazione come “servizio a rete” atteso che il funzionamento del servizio prescinde dall’esistenza di una unica infrastruttura di base. Detto in altri termini, l’organizzazione della pubblica illuminazione locale non è equiparabile a quella delle reti idriche, del gas o delle ferrovie, dove è oggettivamente impossibile creare barriere che separino fisicamente le interconnessioni strutturali o territoriali del servizio e, tantomeno, la rete pubblica dalla rete privata.
Nel caso della pubblica illuminazione la separazione delle reti è invece oltre che possibile anche auspicabile e ciò a fronte della storica “promiscuità” fra il gestore della rete di distribuzione dell’energia e il gestore della rete pubblica. La separazione delle due reti e la conseguente realizzazione di una rete dedicata alla “pubblica illuminazione” creerebbe invece i presupposti per un intervento funzionale ad assicurare vere e proprie razionalizzazioni della spesa. In concreto, fino a quando la rete rimarrà promiscua i consumi di energia continueranno ad essere pagati forfettariamente. Laddove invece la rete fosse separata, sarà possibile potenziare i sistemi di regolazione, controllo e razionalizzazione della spesa con la conseguente possibilità di ridurre anche in misura rilevante i costi dell’energia.
Per queste ragioni ANCI Lombardia ritiene che il servizio di pubblica illuminazione – proprio perché non può essere classificato con la necessaria certezza come “servizio a rete” – debba essere escluso dal campo di applicazione dell’art. 3 bis L. 148/2011.
Qualora invece si ritenesse di procedere comunque alla creazione degli ambiti - occorrerebbe creare le condizioni affinché i Comuni che desiderassero intervenire strutturalmente su questo servizio possano farlo senza subordinare la loro azione a decisioni e scadenze decise centralmente i cui unici effetti sarebbero quelli di posticipare sine die i benefici promossi dalle superamento dei regimi monopolistici e dall’avvio del processo di liberalizzazione. L’ideale sarebbe quindi fare in modo che la configurazione degli ambiti per il servizio di pubblica illuminazione locale – semmai dovesse essere promossa - rimanesse strutturata su base sovracomunale e con dimensionamenti limitati e sostenibili ed in linea con le prossime ed obbligatorie associazioni delle funzioni.
A sostegno di questa posizione, Il Presidente di ANCI Lombardia, Attilio Fontana, ha inviato al Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e all’assessore all’Ambiente, energia, reti, Marcello Raimondi, una richiesta di intervento che alleghiamo per conoscenza alla presente circolare. Sostanzialmente i Comuni hanno la necessità di veder sciolti i dubbi sulla classificazione del servizio di pubblica illuminazione e, qualora si propendesse per la decisione di creare gli ambiti, che gli stessi siano quantomeno definiti con un dimensionamento sostenibile, funzionale e condiviso.
In attesa di conoscere la posizione di Regione Lombardia, riteniamo utile e opportuno raccogliere anche le Vostre preziose osservazioni che saranno valutate dal dipartimento competente di Anci Lombardia.
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