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Assistenza educativa alunni scuole superiori: sentenza favorevole ai Comuni

30 Agosto 2012

TAR Lombardia condanna la Provincia a risarcire il danno causato dalla mancata assegnazione dell’assistente ad personam ad un alunno con disabilità frequentante una scuola superiore

Ancora una sentenza del TAR Lombardia che condanna la Provincia a risarcire il danno causato dalla mancata assegnazione dell’assistente ad personam ad un alunno con disabilità frequentante una scuola superiore. Accade a Vignate. La Provincia di Milano non assegna l’assistente, perché ritiene che non sia una sua competenza e la famiglia dell’alunno presenta un ricorso al TAR. Il 12 luglio 2012 viene depositata la sentenza, che prevede non solo il risarcimento del danno provocato ma impone anche l’assegnazione di un assistente per 16 ore settimanali, a carico della Provincia, che deve pagare anche le spese processuali.
“Si tratta dell’ennesima sentenza che dà ragione ad ANCI Lombardia – dichiara Attilio Fontana, Sindaco di Varese e Presidente dell’ANCI  regionale – Da sempre noi diciamo che questa è una competenza delle Province, che si devono occupare degli studenti delle scuole superiori. La sentenza è chiarissima ed elimina ogni possibilità di diversa interpretazione, se mai ce ne sono state. Da tempo tutti i pronunciamenti della giurisprudenza ribadiscono lo stesso concetto, anche rispetto alla definizione di supporto organizzativo, cui le Province si appellano per gestire solo il trasporto. Anche  la Regione Lombardia deve prenderne atto”.
Il contenzioso tra gli enti dura da tempo. Le famiglie chiedono i servizi finalizzati all’integrazione scolastica per i figli disabili (assistenza educativa e trasporto). Le Province declinano l’impegno, la Regione finanzia solo il trasporto, erogando fondi alle Province. Per l’assistenza educativa le famiglie non sanno a chi rivolgersi e chiedono ai Comuni di intervenire. Però la competenza dei Comuni si limita agli alunni della Scuola Secondaria di primo grado (14 anni). I Comuni lombardi non hanno mai abbandonato né gli alunni disabili né le loro famiglie e si sono fatti carico delle spese per l’assistenza educativa anche per gli alunni delle superiori, quantificate in 15 milioni  di euro all’anno. Ma la Corte dei Conti non consente più di affrontare impegni di spesa per i quali non esista una norma specifica che attribuisca la competenza.
“Nel 2008 il Consiglio di Stato aveva sancito che le Regioni legiferassero in merito – prosegue Fontana – ma a distanza di quattro anni Regione Lombardia non ha ancora provveduto. Molti Comuni hanno ricorso al TAR e hanno sempre avuto soddisfazione. Per l’inerzia della Regione si sono sprecati tempo e denaro. E’ ora anche che le Province si assumano le loro responsabilità”.
Per le Province il momento è delicato: si stanno valutando il riordino e gli accorpamenti, ma sino a quando gli enti funzionano devono svolgere il loro compito.
“Le famiglie chiedono un servizio previsto dalla legge – conclude Pierfranco Maffè, Presidente del Dipartimento Istruzione di ANCI Lombardia. – I Comuni hanno enormi difficoltà a quadrare i bilanci, anche solo per i servizi di loro competenza. Con questa sentenza non c’è spazio per alibi o interpretazioni diverse. Siamo disponibili a collaborare con le Province per l’organizzazione del servizio, ma non ad assumerci l’impegno per una spesa indebita. In questi anni i  Comuni hanno fatto più del loro dovere.”
L’anno scolastico sta per iniziare. Le famiglie sono preoccupate. Ma la posizione di ANCI Lombardia è molto chiara. A ciascuno il suo.

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