Più risorse per le scuole lombarde, a fronte del rispetto delle regole condivise e di tagli ministeriali indiscriminati che invece mettono a rischio i servizi ai cittadini. Con una lettera al direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio, Anci Lombardia chiede di riconoscere il lavoro svolto da scuole e Comuni lombardi nella riorganizzazione della rete scolastica lombarda per l'anno 2010/11, e ribadisce che i Comuni non possono sopperire alle mancanze del Ministero nell'erogazione di servizi prettamente statali.
Pierfranco Maffè, presidente del dipartimento Pubblica Istruzione di Anci Lombardia, spiega: “Nonostante l’aumento di popolazione scolastica (in Lombardia 15.000 iscritti in più rispetto al 2009) si è proceduto a un’ulteriore razionalizzazione che ha portato a 1295 il numero delle istituzioni scolastiche autonome, con una media di 870 alunni per istituto, probabilmente la più alta d’Italia. A tale comportamento virtuoso non corrispondono interventi mirati di riduzione degli organici: i “tagli” sono stati applicati in modo generalizzato, non incentivando il merito. Il rispetto delle norme porta con sé il danno e la beffa”.
Scuola dell’infanzia – Nonostante l’aumento degli iscritti alle scuole lombarde, non vi è stato incremento delle risorse umane necessarie. Solo in provincia di Milano 29 scuole non hanno una nuova sezione e 18 scuole si sono viste assegnare un solo docente, con conseguente richiesta di integrazione dell’organico a carico del Comune.
Personale A.T.A. – I tagli agli organici sono stati effettuati in modo indiscriminato, senza considerare il lavoro di dimensionamento svolto a livello regionale. Le scuole in difficoltà si sono rivolte ai Comuni, che oggi si trovano in difficoltà forse maggiori delle scuole, richiedendo di garantire anche semplici operazioni di apertura, chiusura e pulizia dei locali scolastici.
Docenti di sostegno – L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità è fortemente compromessa dall’esiguità delle risorse. Le mutate esigenze di integrazione degli alunni appartenenti alle cosiddette “fasce deboli” (spesso stranieri) richiede un ulteriore sforzo da parte del Ministero.
“Chiediamo l’assegnazione di risorse aggiuntive almeno per gli ambiti della scuola d’infanzia, del sostegno e del personale A.T.A. - conclude Maffè – Soprattutto, chiediamo che le risorse recuperate in Lombardia con la razionalizzazione della rete scolastica restino a disposizione delle Scuole e dei Comuni lombardi, per ripagare lo sforzo prodotto dagli enti nell’adempimento delle norme, nonostante le difficoltà ben note”.
“Sarebbe ora che la valorizzazione della buona amministrazione non restasse parola morta ma diventasse finalmente il presupposto su cui fondare una nuova pubblica amministrazione, come da tutti auspicato”, commenta il Presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana.