ANCI Lombardia e CGIL-CISL-UIL regionali sottoscrivono un’intesa per la contrattazione territoriale
19 Marzo 2009
Un accordo che può diventare un motore importante per la riqualificazione del welfare locale, per la riorganizzazione della spesa pubblica e per rispondere a domande sempre più complesse, partendo dal principio della centralità della persona/cittadino con i suoi bisogni e con i suoi diritti
( 1 allegato testo contrattazione )
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ANCI Lombardia e sindacati regionali hanno sottoscritto una Intesa che individua alcuni punti utili e condivisi per la contrattazione territoriale. Il documento condiviso è significativo per i temi affrontati e parte dall’esperienza di contrattazione territoriale che già è stata praticata in diverse realtà. Si riconosce le difficoltà che i Comuni hanno di fronte ad un mutamento continuo di regole e di norme che sono contraddittorie fra loro e non sempre rispondono a quanto affermato nella Costituzione col Titolo V che incide sulle tematiche relative al federalismo e alla sussidiarietà e disegna un nuovo assetto istituzionale conferendo “pari dignità” a Stato, Regioni ed Enti Locali come parti costitutive dell’ordinamento generale della Repubblica. Nonostante queste indicazioni di principio sono emersi orientamenti legislativi con ricorrenti “neocentralismi” che spesso non consentono di individuare strumenti e risorse appropriati rispetto alle nuove funzioni che i Comuni sono chiamati a svolgere. Il sistema di vincoli imposti agli enti locali dalle leggi finanziarie dello Stato, il rispetto del patto di stabilità e la mancata compensazione del recente taglio dell’ICI generano ripercussioni negative sui bilanci di molti Comuni che si trovano in difficoltà nell’erogazione dei servizi primari e nell’effettuare investimenti. Sempre più frequentemente i cittadini individuano tuttavia nel Comune il livello istituzionale non solo più prossimo, ma anche il più “capace” e adeguato per risolvere i problemi e governare uno sviluppo sociale coeso ed equilibrato. “Il coinvolgimento delle parti sociali si rivela fondamentale in questo processo di riforma – affermano i segretari di CGIL-CISL-UIL - La contrattazione territoriale, in particolare, può diventare un motore importante per la riqualificazione del welfare locale, per la riorganizzazione della spesa pubblica e per rispondere a domande sempre più complesse, partendo dal principio della centralità della persona/cittadino con i suoi bisogni e con i suoi diritti”. In particolare nel documento si sottolinea che nella prospettiva di un concreto federalismo fiscale ai Comuni e alle Regioni deve spettare sempre di più il compito di adottare politiche di fiscalità locale che promuovano l’equità fiscale, difendano il potere d’acquisto di pensioni e salari e contrastino l’evasione fiscale. In questa particolare fase di crisi economica, si ritiene importante intervenire compatibilmente con le proprie competenze e con le risorse disponibili, per costruire una rete governata dal soggetto pubblico che sia di sostegno ai redditi delle persone delle famiglie in difficoltà, individuando aree di esenzione e riduzione fiscale per le famiglie numerose e quelle a più basso reddito da lavoro e da pensione. “Oggi siamo di fronte a diversi interventi che agiscono sulle fasce sociali in difficoltà- dice Lorenzo Guerini Presidente di ANCI Lombardia – è opportuno che venga data ai Comuni la regia di questi interventi, riunificandoli in modo da evitare che ci sia chi può attingere a diverse misure e chi no pur avendo le stesse esigenze e diritti. E’ necessario. Anche con questo documento ribadiamo la richiesta di regole diverse che permettano ai Comuni di svolgere un ruolo di sviluppo e di sostegno sociale contro la crisi che il Paese sta attraversando”. “L’accordo rappresenta uno strumento importante di indirizzo per favorire e diffondere in ogni comune un proficuo confronto tra l’istituzione locale e i sindacati dei pensionati sui temi della condizione degli anziani a partire dal grave problema della non autosufficienza, sul lavoro di cura, sul segretariato sociale - sottolinea Attilio Rimoldi, segretario regionale dei Pensionati Cisl - e riconosce al sindacato un ruolo primario di rappresentanza nella programmazione dei Piani di zona”. L’Intesa si sofferma sulla casa sottolineando il valore del rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, sui servizi pubblici locali riconoscendo la necessità di adeguare le tariffe dovuti al tasso di inflazione, generalizzando esperienze già avviate di riduzione di tariffe a favore di particolari segmenti sociali, su servizi che sostengano le famiglie alle prese con persone non autosufficienti, sui servizi educativi sottolineando che non si può far ricadere sui Comuni la richiesta di svolgere compiti non più garantiti dallo Stato senza adeguate risorse aggiuntive, sui nidi condividendo l’esigenza di condividere criteri di accreditamento delle strutture. “Noi vogliamo garantire la quantità e la qualità dei servizi erogati dai Comuni – ha sottolineato Maurizio Laini della CGIL – consapevoli di come proprio i Comuni rappresentano la maggior parte della spesa sociale nel nostro Paese e di come oggi questo sia messo in discussione dalle regole del patto di stabilità e dai tagli proprio in una fase di crisi che richiederebbe il contrario”. L’intesa prevede che la gestione dei servizi deve rispondere sempre più ai criteri di efficacia, efficienza e qualità per evitare che ricadano sulle rette e sui contributi dei Comuni i costi dell’inefficienza. La spesa pubblica non è dilatabile all’infinito e si dovrebbero affermare quindi logiche di sussidiarietà che permettano di valorizzare e mettere in rete le esperienze positive già esistenti nelle comunità locali. Un servizio pubblico può infatti essere svolto anche da soggetti “non istituzionali” ma che rientrano in un quadro più ampio di governo e di programmazione. “Per questo – dice Tino Bolognesi, segretario UIL Lombardia - è importante favorire e sostenere la rete di associazioni di volontariato e realtà sociali che già oggi contribuiscono, ognuna per la sua parte, a dare risposte concrete ai bisogni espressi dai cittadini”. Il crescente ricorso ad appalti e ad altre forme di terziarizzazione dei servizi da parte dei Comuni con l’utilizzo di soggetti privati ( cooperative, imprese del terzo settore, privato sociale…) deve accompagnarsi a scelte che evitino appalti esclusivamente al massimo ribasso ed alla richiesta del puntuale e costante rispetto di tutte le norme del CCNL applicato ai lavoratori impiegati.