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'Salva Italia', gli atti del seminario di ANCI Lombardia

25 Gennaio 2012

I documenti offrono una sintesi del convegno, con particolare attenzione al nuovo tributo sugli immobili.

IN ALLEGATO: la documentazione del seminario ANCI Lombardia - Ifel sugli effetti della manovra salva-Italia sugli enti locali.
 
L’Imu vale un sacco di soldi. Ma solo per le casse dello Stato. Ai Comuni invece tendenzialmente non porterà un euro. Si tende allo zero, ma c’è il fondato timore che quando nella seconda parte del 2012 si tireranno le somme il segno sarà addirittura negativo. Tutto questo è grave e lo è ancor di più perché non sarà facile spiegare ai cittadini, che avranno sborsato molti più quattrini rispetto allo scorso anno, che i Comuni hanno bilanci sempre più deficitari.
 
Questo il senso, carico di preoccupazioni, del convegno “L’impatto della manovra Salva Italia sui bilanci dei Comuni” promosso da ANCI Lombardia e da Ifel all’auditorium San Fedele di Milano. Un’intensa mattinata di lavori, coordinati dal segretario generale di ANCI Lombardia Pier Attilio Superti, in cui a fronte delle tante situazioni di difficoltà, sono emerse anche proposte concrete da sottoporre all’esame del Governo Monti, proprio in relazione ai tagli 2012 e alle novità di cambiamento del regime fiscale che incombono sui Comuni. Proposte che sono state evidenziate da Silvia Scozzese, direttore scientifico di Ifel, nella sua relazione su “Le entrate dei Comuni e l’introduzione dell’Imu”. “In particolare – ha sottolineato Silvia Scozzese – per la stesura dei bilanci è necessario poter avere dati certi per sapere come verrà ripartita la riduzione di 2,5 miliardi e i tagli per i costi della politica da inserire per le spettanze teoriche. Indispensabile sarà anche un percorso di stima dell’Imu e di verifica in corso d’anno dei gettiti reali al fine di un eventuale conguaglio dopo l’estate che consideri le variazioni tra le stime iniziali e il gettito reale”. Insomma ai Comuni devono tornare i conti, anche perché ulteriori nuovi tagli significheranno la drastica riduzione di servizi sin qui considerati essenziali.
 
L’allarme è venuto anche dal presidente di ANCI Lombardia Attilio Fontana, che ha sottolineato come “L’Imu si dimostrerà per i Comuni una grande presa in giro, poiché avrebbe dovuto essere lo strumento di autonomia finanziaria dei Comuni – ha sottolineato Fontana – e nei fatti diverrà solo un mezzo di esazione dello Stato. Il gettito per molti Comuni sarà inferiore al 2011. I Comuni che avranno un gettito dell’Imu maggiore avranno invece una corrispondente diminuzione dei trasferimenti statali. La situazione sarà ulteriormente peggiorata da tagli di 1 miliardo e 450 milioni che penalizzeranno ulteriormente i Comuni più attenti al gettito Imu. Noi abbiamo proposto di trasferire interamente la nuova tassa ai Comuni, rinunciando in cambio ai trasferimenti statali. Tutto questo consentirebbe di dare inizio a un vero federalismo e di capire chi bene amministra. Ma da Roma abbiamo sin qui ottenuto solo risposte negative”.
 
La relazione di Andrea Ferri, responsabile dell’Ufficio entrate di Ifel, è poi entrata nel merito del periodo di transizione che servirà al passaggio dall’Ici all’Imu e che comporterà numerose variazioni ai singoli bilanci comunali. “Si tratta di capire – ha detto il relatore – che siamo di fronte a un tributo del tutto nuovo. Si riparte da un livello uniforme, con una base imponibile allargata, un aumento dei coefficienti per il calcolo del valore fiscale (mediamente del 40% escluse le prime case) e un aumento dell’aliquota ordinaria (del 17% rispetto all’aliquota media Ici che era del 6,48%)”. “A questo – ha aggiunto Andrea Ferri – va aggiunta l’abolizione di gran parte dei regimi di agevolazione. Mi riferisco a voci importanti quali l’assimilazione all’abitazione principale; riduzione del valore degli immobili storici; riduzione dell’aliquota per immobili inagibili; agevolazioni per gli affitti; riduzione del valore degli scaglioni per i terreni agricoli; immobili ristrutturati per uso handicap; assimilazione non locata per anziani in casa di cura e residenti all’estero. Un pesante aumento dei livelli impositivi per il cittadino, ma che non si tradurrà in maggiori entrate per i nostri Comuni”.
 
“La situazione è complessa – ha poi aggiunto Fabrizio Taricco, presidente del Dipartimento Finanza locale di ANCI Lombardia – e spinge i Comuni a una sempre maggior coesione per superare le tante criticità. Il fatto che ogni anno si è costretti a valutare nuove norme ci toglie ogni possibilità di programmare. Tutto questo è negativo perché pone seri limiti a quella capacità di buon governo e di alto livello nei rapporti con i cittadini che invece hanno da sempre caratterizzato il nostro operato”. Qualche spiraglio è venuto da Massimo Pollini, del Dipartimento Finanza locale di ANCI Lombardia che ha illustrato i contenuti dell’accordo sbloccacrediti siglato da ANCI Lombardia e Unioncamere, che con sentirà alle pubbliche amministrazioni locali di liquidare lavori, forniture e servizi. “Un accordo importante – ha detto Pollini – perché i ritardati pagamenti mettono in seria difficoltà le imprese, che già risentono degli effetti della crisi. In particolare l’accordo consentirà di pagare fatture sino a 50 mila euro più Iva e, per la sola provincia di Milano, l’accordo potrà essere esteso a fatture sino a 100 mila euro. Tutto questo senza commissioni o interessi passivi”.

 
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