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Welfare

Servizi Sociali, Guerra: "far stare insieme tutte le responsabilità relative all’assistenza è compito degli Enti locali"

26 Marzo 2024

Presentate a Milano le “Raccomandazioni per un servizio comunale di qualità” - Documento, slides e video online

“Sono Sindaco Tremezzina, Comune che è stato la sede, nel settembre e ottobre del 1946, di quello che è ritenuto il convegno fondativo del welfare italiano, che ha messo a fuoco la figura dell’assistente sociale. Quell’evento ha avuto modalità a cui oggi non siamo più abituati, durò tre settimane, e vi parteciparono tantissime figure, tra le quali alcuni Ministri del nuovo Governo italiano, come quello della assistenza postbellica Emilio Sereni, che si interrogarono su quale doveva essere la nuova Italia del dopoguerra. In quel contesto Sereni osservò che ‘L’utopia di oggi sarà la realtà di domani’, una frase che anche oggi ha un forte senso per chi si occupa di servizi sociali nel nostro Paese.” Così Mauro Guerra, Presidente di ANCI Lombardia, ha aperto il convegno “Raccomandazioni per un servizio comunale di qualità”, promosso dall’Associazione dei Comuni con il CROAS (Consiglio Regionale Ordine degli Assistenti Sociali) Lombardia, che è stata l’occasione per presentare il documento “Raccomandazioni per un servizio sociale di qualità negli enti locali della Lombardia”.
Per Guerra, “oggi, far stare insieme tutte le responsabilità relative all’assistenza è compito degli Enti locali. Tenere insieme queste istanze con quelle della democrazia, per estendere le possibilità di partecipare e di ridurre le marginalità, è un importante obiettivo.” Alla luce di questi fattori, ha dichiarato il Presidente di ANCI Lombardia, “presentiamo queste raccomandazioni che sono il frutto di un lavoro importante per metodo e merito. Siamo in una fase particolare dei servizi sociali, perché registriamo un’impennata dei costi in questo campo per i Comuni, penso soprattutto al settore delle politiche per i minori. Questo ci porta a riflettere su come rendere sostenibili queste spese e a ribadire, ancora una volta, che la partita dei minori non può essere giocata solo dai Comuni ma dall’intera Repubblica. Di fronte a questa fase particolarmente complessa, oggi stiamo ragionando di servizi, di democrazia e di sostenibilità del sistema, ed è il momento di fare un punto serio su tutte queste tematiche.
Ha preso quindi la parola Manuela Zaltieri, Presidente CROAS Lombardia, che salutando le oltre 800 persone presenti in sala e online, ha evidenziato come “il nostro ordine professionale è impegnato in un percorso di autoriflessione sui cambiamenti che avvengono nella società, negli Enti locali, sui territori. Lavorare richiede quindi molteplici competenze ed è necessario lavorare sulla qualità del servizio che viene erogato negli Enti locali. Ciò che accade localmente è quindi importante per definire le modalità operative e di erogazione dei servizi, al fine di essere in grado di definire delle sinergie anche con la parte politica e per poter dare spazio a sperimentazioni e a nuove capacità programmatorie. È importante che l’assistente sociale tenga presente le potenzialità derivanti dalla conoscenza delle persone e del territorio, perché da qui arrivano dati per poter procedere alla progettazione e riprogettazione.”



Le raccomandazioni per un servizio di qualità
Cecilia Guidetti, dell’Istituto per la Ricerca Sociale - Lombardiasociale.it, ha introdotto la presentazione “Raccomandazioni per un servizio sociale di qualità negli enti locali della Lombardia”, considerando che queste sono una “riflessione complessiva su cosa vuol dire fare un servizio sociale di qualità negli enti locali”, che vengono presentate “in un momento dove sul servizio sociale c’è un faro acceso, soprattutto sui LEPS – Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali -, che vengono studiati e definiti ma non in tutta la Lombardia possono essere rispettati.”
Le specificità del documento (allegato alla pagina) sono state approfondite da Silvia Calvi, Monica Gheza, Giulia Ghezzi del CROAS, evidenziando come esso deriva da un percorso nato nel 2021, con la ricerca sulla figura dell’assistente sociale nella Amministrazione comunale proseguita nel 2022 con un quaderno dell’ordine sui requisiti minimi del servizio sociale nell’ente locale e conclusosi nel 2024 con la pubblicazione delle Raccomandazioni.
Le Raccomandazioni, in sintesi, rappresentano degli elementi concreti e pratici per garantire un servizio sociale di qualità ai cittadini, elaborato da CROAS con l’aiuto ANCI, che ha permesso di mettere attorno al tavolo di lavoro tutti i diversi attori coinvolti. L’obiettivo del progetto è riuscire a far sì che il cittadino che si rivolge all’Ente per la richiesta di un servizio, possa avere il migliore dei servizi possibili.

Il Confronto tra Amministratori e Assistenti Sociali
Il convengo è proseguito con la tavola rotonda “Tra il dire e il fare: assistenti sociali e Amministratori locali si confrontano sui contenuti del documento”, cominciato con un confronto tra rappresentanti delle Assistenti sociali.
Sabrina Bosio, assistente sociale Responsabile dei Servizi Sociali dell’Ambito di Seriate, ha considerato le trasformazioni che avvengono nelle attività sui territori, evidenziando che, grazie a strumenti come la cartella sociale informatizzata è possibile elaborare “un progetto per tutti”, ma anche definire i carichi di lavoro, considerare la sostenibilità delle azioni e leggere la domanda sociale emergente e in corso, sia a livello quantitativo che qualitativo. Pertanto “questa non può che essere la base della programmazione dei servizi”. Bosio ha però constatato la difficoltà di introdurre uno strumento come questo nell’operatività quotidiana, sottolineando la necessità di investire su formazione, organizzazione e condivisione.
Ma che senso ha la partecipazione dell’assistente sociale alla programmazione dei servizi sul territorio? Ha risposto a questa domanda Angela Carera, Consigliera CROAS Lombardia considerando, “in primis, per porre l’accento sulla relazione negli Enti locali come elemento di qualità”, e considerando che “l’assistente sociale ha, inoltre, il ruolo di portare a chi si occupa di programmazione dati, informazioni ed elementi utili alla costruzione di una programmazione che sia realmente di interfaccia”, poiché conosce il territorio e la situazione.
Sul tema del lavoro di comunità è intervenuta Francesca Megni, assistente sociale Responsabile dei Servizi Sociali territoriali zona ovest del Comune Brescia e Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, che partendo dalla sua esperienza nel capoluogo ha presentato l’esperienza del “Punto Comunità”, istituito proprio per fare sintesi tra le diverse esigenze e raccogliere e sintetizzare le necessità, elaborando sinergie partendo dalla constatazione che “il ruolo dell’operatore è proprio quello di facilitare il processo”.
La seconda parte della tavola rotonda ha messo a confronto i rappresentanti delle Amministrazioni comunali, a cominciare da Sara Santagostino, Sindaca del Comune di Settimo Milanese, che ha considerato come “partendo dalle persone assistite, noi dobbiamo partire per prenderci cura delle nostre comunità” e, in questo senso, “l’osservatore privilegiato per conoscere è l’Amministratore ma anche da chi si occupa delle relazioni, a cominciare, per esempio, dagli assistenti sociali.” Per Santagostino, inoltre, “è importante, per programmare e operare, guardare oltre i nostri confini, nell’ambito, nella regione, oltre regione. Il lavoro sociale non è solo un lavoro di riparazione o di cura, siamo chiamati a vedere non il singolo caso ma anche a vedere quello che possiamo fare per tutti perché la coperta delle risorse è corta, sia in termini di bilancio che di personale”; quindi, “per noi amministratori, è necessario avere uno sguardo ampio, per entrare nelle dinamiche e per lavorare per capire cosa ci offre la comunità, anche allargata, in cui viviamo.”
Gabriele Cortesi, Vicesindaco del Comune di Seriate, ha auspicato che “il lavoro presentato questa mattina venga diffuso il più possibile tra amministratori, assistenti sociali, ambiti e operatori”. Considerando invece i rapporti tra amministratori e assistenti, Cortesi ha dichiarato che “il tema della riconoscibilità è importante, perché sono troppe le situazioni in cui ci si vive come parte e controparte di qualcuno. Ognuno deve, invece, riconoscere la figura dell’altro, per agire insieme nel riconoscimento del ruolo e nella capacità di trovare insieme soluzioni e progettualità, all’interno del proprio perimetro ma nella collaborazione reciproca.”
Le conclusioni della ricca mattinata sono state tracciate da Guido Agostoni, Presidente Dipartimento Welfare ANCI Lombardia richiamando “l’esperienza di Tremezzo del 1946, dove si aveva una connessione tra il servizio sociale e la democrazia. Questa esperienza fa capire che nella collaborazione tra gli Amministratori e gli assistenti sociali ci sta molto delle nostre comunità: la difesa della democrazia e della partecipazione.”

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