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Comune 2030, Brivio: "definire il programma sia un momento di ascolto dei cittadini"

23 Febbraio 2019

Secondo appuntamento dell'iniziativa promossa da Anci Giovani Lombardia

"Il programma elettorale non deve rappresentare solo il libro dei sogni ma riflettere l'ambizione su dove un'amministrazione vuole portare la sua comunità". Introduce così Virginio Brivio, Presidente di Anci Lombardia, il secondo appuntamento de "Il Comune 2030" l'iniziativa promossa dalla Consulta Anci Giovani Lombardia. Tema del giorno: la stesura e la realizzazione dei dei programmi elettorali. 
Per Brivio "in un'epoca di social network è importante parlare di programmi coi cittadini", perché "quando un cittadino fa un'osservazione significa che ha interesse per la sua comunità". Riflettendo su cosa significa costruire un programma, Brivio ricorda che questo "serve a traguardare gli obiettivi alla concretezza e deve tenere insieme le istanze quotidiane e la visione in prospettiva: l'oggi e il futuro". Infine un cenno alle imminenti elezioni, perché "andiamo verso il voto e in molti Comuni si presenterà una sola lista", pertanto è fondamentale "il coinvolgimento dei cittadini", affinché il programma costituisca un "momento di ascolto".

Dietro queste riflessioni si nasconde la consapevolezza del lavoro degli amministratori locali, poiché come ha ricordato Valentina Ceruti, Presidente della Consulta, "un amministratore locale sa cosa vuol dire la parola impegno, che è lavorare per migliorare e arricchire la propria comunità", che "si misura con le emergenze, la giovane età, gli obiettivi".
Gianluca Savoldi, sindaco di Moscazzano e moderatore dell'incontro, ha quindi stimolato i suoi colleghi per capire come hanno lavorato per elaborare i loro programmi.

Per Alex Severgnini (Capergnanica), "vivendo in un paese piccolo, dove ci si conosce tutti", la sfida è stata quella di coinvolgere e intercettare "i nuovi cittadini che si sono trasferiti" e comprendere che qualsiasi azione è in realtà "fornire un nuovo servizio" ai cittadini. Dello stesso avviso Yuri Santagostino (Cornaredo), per il quale "il programma elettorale è un esercizio fondamentale per confrontarsi" e per riuscire ad attivare un serio confronto.
Il riuscire a fare dialogare i cittadini per raccogliere idee e definire obiettivi è fondamentale per Riccardo Fasoli (Mandello del Lario), che ha ricordato come il suo "paese è nato dalla fusione di quattro diversi centri e ancora si sente il campanilismo. Per elaborare il programma abbiamo quindi posto attenzione alla rappresentatività".
Il documento che riassume gli obiettivi di un'amministrazione non va sottovalutato secondo Luca Veggian (Carate Brianza), perché "se i cittadini possono dimenticare alcune proposte non realizzate, la minoranza no".
Per ovviare a questo problema Luca Maggioni (Carugate) suggerisce che "più che lavorare a un programma esteso" si deve lavorare "a un programma snello per mettere insieme diverse idee", senza dimenticare che la "vita da sindaco porta a confrontarti con imprevisti e problemi che cambiano ogni giorno".
Sugli imprevisti da affrontare ha portato la sua testimonianza Luca Malavasi (Quistello), ricordando la sua elezione nel 2011 e il terremoto del 2012 che ha dovuto gestire, facendogli capire che, "se è importante il programma, poi serve esser sul pezzo ogni giorno e affrontare la quotidianità".
Dello stesso avviso Giuseppe Costanzo (Lambrugo), per il quale quando, si inizia a impegnarsi in comune, lungo il cammino si scopre che "alcuni obiettivi sono irrealizzabili, mentre altre iniziative nascono da zero e hanno successo perchè servono ai cittadini".
Elaborare il programma è, infine, anche un momento per formare la compagine amministrativa, come ha sottolineato Matteo Riva (Giussano), poichè "il momento del programma è quello in cui persone che non si conoscono si incontrano e creano la squadra". (LS)

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