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Validare e certificare le competenze, Anci Lombardia: “Obiettivo è qualificare esperienze messe in campo”

21 Febbraio 2019

Modelli tendenze e applicazioni pratiche nel convegno promosso da Anci Lombardia e AnciLab

Grande successo di pubblico per il convegno promosso da Anci Lombardia e AnciLab “Validare e certificare le competenze. Modelli tendenze e applicazioni pratiche” che si è tenuto oggi, giovedì 21 febbraio, presso la sede di Anci Lombardia che ha coinvolto il mondo della scuola, dell’Università e del lavoro. Obiettivo della giornata, ha sottolineato Onelia Rivolta, vice direttore di AnciLab, è fare il punto sulla situazione della certificazione delle competenze trasversali acquisite in contesti informali e non formali al fine di far emergere il capitale umano. 

“Quello di oggi – ha sottolineato il Presidente di Anci Lombardia Virginio Brivio – è un confronto davvero importante tra i soggetti erogatori di servizi perché tutti abbiamo lo stesso obiettivo cioè dare maggiore qualità alle esperienze che mettiamo in campo. Ricordo che circa il 50% dei comuni lombardi ha ospitato ed ospita progetti che avvicinano al mondo del lavoro attraverso lo strumento della Dote Comune. La misurazione delle competenze rappresenta certamente uno stimolo in più per i cittadini che iniziano questi percorsi all’interno degli Enti locali. Si tratta di cittadini che per i Comuni rappresentano delle vere e proprie risorse in termini di novità e rinnovamento a fronte di un sistema sclerotizzato per ciò che riguarda il turn over del personale. La nuova sfida per i Comuni è quella del Reddito di Cittadinanza, perché le esperienze siano fonte di crescita personale ma anche misurabili attraverso una loro validazione e certificazione”. 

Durante i lavori, con la collaborazione di Antonello Rodriguez della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, è stato fatto il punto sul quadro normativo che regola la certificazione delle competenze trasversali a partire dal D.lgs. 13/2013 che definisce la costituzione del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali e gli standard minimi del servizio di certificazione. “Regione Lombardia – ha spiegato Rodriguez – già nel 2012 ha avviato un processo di certificazione delle competenze che ha dovuto successivamente adeguare al dettato nazionale anche a fronte della richiesta della Ue di adeguamento al Repertorio nazionale del 2013 come clausola per l’utilizzo di fondi europei. È stato quindi fatta una sintesi a livello nazionale di quanto esistente sui territori recependo i contenuti legati ai territori. Con il Decreto del 2015 vi è il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze”. 

L’approccio europeo al tema della certificazione delle competenze è stato affrontato da Lorenza Leita, Training, Competence and Social Responsability della fondazione Politecnico di Milano. “Centralità della persona e apprendimento non formale e informale lungo tutto la vita – ha spiegato - sono concetti al centro dell’attenzione delle istituzioni europee a partire dal 2004. Il passo successivo è stato quello di utilizzare definizioni omogenee con una base comune di linguaggio e la creazione di un background letterario comune. Negli ultimi 15 anni si sono poste le basi grazie agli importanti finanziamenti europei su linee specifiche. A partire dal 2015 c’è stata la revisione di quanto ratificato nel 2004, fase che possiamo definire del confronto istituzionale”. Questioni aperte a livello europeo sono la definizione di standard delle competenze, processi, strumenti e metodo. 

Sulle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e sule trasformazioni future ha posto l’accento Davide Ballabio, Responsabile Unità Scuola e Alta Formazione dell’Area Sistema Formativo e Capitale Umano di Assolombarda. “Il 60% dei nostri bambini faranno lavori che oggi non esistono – ha esordito Ballabio. Per Ballabio le competenze indispensabili per il futuro saranno quelle hard o tecniche ma più fluide e ibride attraverso la combinazione di competenze trasversali. “Stiamo lavorando molto – ha aggiunto il rappresentante di Assolombarda - con le Università per definire meglio i percorsi di studio e formazione anche per ciò che riguarda l’acquisizione di competenze soft. E questo anche nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Siamo inoltre molto concentrati sul reskill e sulla formazione continua, chiave fondamentale sia per i lavoratori che per le aziende in termini di competitività”

Per Andrea Simoncini, responsabile della Struttura II dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, la certificazione delle competenze rappresenta solo la parte finale di un processo molto più complesso, di una intera filiera su cui deve essere puntata l’attenzione. “Abbiamo costruito il quadro legislativo – ha detto - un quadro tecnico di supporto che ci fa ritenere conclusa la fase delle sperimentazioni, ora abbiamo un prodotto su cui lavorare e che può essere migliorato con la collaborazione dei rappresentanti del mondo della scuola dell’Università e del lavoro. Il Decreto di gennaio 2018 introduce descrittori che classificano l’apprendimento nel settore education e lavoro. Stiamo lavorando alla messa a punto di Linee Guida del Sistema Nazionale per la certificazione delle competenze Repertorio Nazionale con un Repertorio Nazionale e un Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni che possano essere oggetto di una più condivisione istituzionale”.

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