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Liberiamo i sindaci

Bianco: “Si attenui la distanza tra la responsabilità e l’autonomia effettiva dei sindaci”

30 Ottobre 2019

Vanno adottate – sottolinea Bianco – norme che differenziano gli adempimenti richiesti ai piccoli Comuni

TEMI: ANCI

“La nostra proposta di legge mira a restituire un disegno organico all’ordinamento degli enti locali che negli anni ha subito troppi interventi poco coordinati e ponderati. Vogliamo attenuare l’enorme differenza tra la responsabilità e l’autonomia effettiva in capo ai sindaci, contribuendo così al miglioramento della vita amministrativa degli enti locali”. Ad affermarlo è il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci Enzo Bianco che ha illustrato alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera la proposta di legge ’Liberiamo i sindaci’, presentata dall’Anci e giunta al suo primo esame parlamentare. Con lui anche il vicepresidente vicario Roberto Pella che, da componente della Commissione Bilancio, ha contribuito all’avvio del dibattito in sede parlamentare.

“Il progetto legislativo nasce dal basso ed è stato condiviso da quasi 2mila sindaci”, ha evidenziato Bianco. Il suo scopo è di rimuovere gli ostacoli che, soprattutto nei piccoli Comuni, impediscono di svolgere un’attività continuativa e regolare nell’interesse delle loro comunità.
Per questo ‘Liberiamo i sindaci’ parte proprio dai piccoli enti. “Non è pensabile che un Comune con mille abitanti abbia le stesse regole di uno con 100mila. Vanno adottate – sottolinea Bianco – norme che differenziano gli adempimenti richiesti ai piccoli Comuni con personale insufficiente o non adeguatamente formato per i compiti assegnati”. In questo senso, l’Anci sollecita l’abrogazione dell’obbligo del DUP che richiede ancora uno sforzo eccessivo ai piccoli enti. Ma, soprattutto, il definitivo superamento delle criticità che hanno bloccato i processi associativi dei Piccoli Comuni. “Serve un loro rilancio in un quadro normativo più semplice accantonando, dopo ben otto proroghe, – ha spiegato l’esponente Anci – l’obbligatorietà della gestione associata delle funzioni per un percorso su base volontaria e per ambiti territoriali”.
Venendo alla disciplina del Tuel sull’eleggibilità, Bianco ha auspicato per i sindaci pari condizioni democratiche nell’accesso a tutte le cariche elettive, superando le differenze rispetto ai presidenti di Regione. “Chiediamo che venga abrogata la norma che oggi rende ineleggibili a membro del Parlamento, i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 20mila abitanti”, ha affermato.
Vi è poi il capitolo ‘Burocrazia zero’ con la richiesta Anci di ridurre in modo drastico le incombenze a carico dei Comuni, per poter liberare energie orientandole verso obiettivi di mandato e verso servizi ai cittadini. “Si stima che per 44 dati che è obbligatorio pubblicare, esiste già un concomitante obbligo di comunicazione ad una o altre amministrazioni”, ha spiegato Bianco. “Mentre ogni Comune, a prescindere dalla classe demografica, ha l’obbligo di tenere aggiornate tra 100 e 150 informazioni e comunicazioni, a cadenze diverse, verso più pubbliche amministrazioni”. Un carico di adempimenti da espletare che ha un costo notevole: “Ogni Comune deve tenere impegnato almeno un dipendente, istruttore amministrativo, categoria C che, mediamente, costa 35mila euro annui. Dunque, moltiplicando tale dato per il numero dei Comuni, otteniamo che con quest’operazione di semplificazione risparmieremmo circa 280 milioni di euro”, ha evidenziato il presidente del Consiglio nazionale.
Infine, Bianco ha stigmatizzato alcuni anacronistici tetti che bloccano da quasi 10 anni voci di spesa essenziali per far funzionare la struttura comunale e attuare le riforme. Tra questi gli oneri sostenuti per attuare il nuovo sistema contabile, il nuovo regolamento edilizio, la SCIA, la nuova conferenza dei servizi, l’agenda digitale e la contabilità economico-patrimoniale. In questo quadro ha accolto con favore la novità del recente decreto fiscale che, facendo propria una richiesta dei Comuni, ha abrogato con misura di urgenza la norma che limita oggi la spesa per la formazione del personale al 50% di quella sostenuta nell’anno 2009.
“Chiediamo alla Camera di far presto e di approvare questa proposta se possibile prima dell’assemblea dell’Anci di novembre ad Arezzo per poterlo portare rapidamente anche in Aula”, ha concluso Bianco.

Analogo auspicio a margine dell’audizione dal vicepresidente vicario Pella. “E’ importante e significativo che il Parlamento ascolti le istanze che arrivano dai territorio. Spero che possa approvare il più velocemente possibile la proposta di legge Anci”.

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