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Conferenza Ifel, Nicotra: "Sulla prossima manovra centrale il tema delle risorse per i Comuni"

23 Ottobre 2019

L'intervento del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia

“Vogliamo rafforzare il modello organizzativo locale e stiamo costruendo una norma quadro che preveda la piena attuazione della perequazione attraverso il 119 con rispetto degli articoli 117 e 118 della Costituzione e che impone che una quota dei fondi pluriennali di investimento (nella legge di bilancio) vadano alle regioni in ritardo di sviluppo”. Lo ha annunciato il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia intervenuto ai lavori della 8^ Conferenza Ifel.
Boccia ha poi spiegato che la sua intenzione è di “costruire un meccanismo che interpreta il titolo V della Costituzione tenendo presente che bisogna arrivare alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei livelli standard, senza escludere la previsione di un commissario di governo per definire i Livelli essenziali delle prestazioni”.
Infine, Boccia ha delineato i tempi del percorso sull’autonomia differenziata. “Ho intenzione di chiudere la legge quadro entro fine anno. Riteniamo di aver corso molto in questi giorni e di poter recuperare buona parte del lavoro fatto. Penso che se le regioni e le parti sociali sono d’accordo, si possa partire anche entro fine anno per sottoporre da gennaio all’attenzione del Parlamento tutte le intese che potranno essere pronte”.  “Mi auguro e spero che questo percorso possa vedere la luce nel corso del 2020. Siamo disponibili a continuare il confronto nelle prossime settimane, per noi sarà un cantiere aperto”, ha aggiunto il ministro specificando poi che “tra il 15 e il 25 novembre dovremmo essere nella condizione di presentare al Parlamento una proposta.

A Boccia ha risposto il segretario generale Anci, Veronica Nicotra che nel suo intervento ha ricordato che “il comparto dei Comuni pesa solo per il 7% sull’intero comparto della P.a ma l’anno scorso, su una manovra di 25 miliardi, ha pagato per 12,5 miliardi, vale a dire il 50% dell’intero importo con un contributo sproporzionato rispetto a tutti gli altri comparti. Per questo motivo, in vista della legge di bilancio, il tema delle risorse per i Comuni, che hanno contribuito in modo forte al risanamento finanziario dello Stato, è fondamentale”. 
Nicotra ha delineato i punti caldi in vista del confronto con il governo per la definizione della prossima manovra, ad iniziare da quello del personale. “In questi anni i Comuni hanno perso un esercito di dipendenti, circa il 16% del totale, 80 mila dipendenti che mancano all’appello proprio in una fase di forte decentramento amministrativo. Si chiede con forza ai Comuni di investire ma questo avviene – ha osservato – in un contesto di forte depauperamento delle risorse umane. Speriamo che con la norma inserita nel dl 13 si possano superare i vincoli posti al turnover del personale andando oltre il 100% previsto”.
Altro tema molto sentito dai Comuni è quello del debito complessivo. “Negli anni siamo riusciti ad intervenire sui mutui Cdp che pesano per circa 27 miliardi e su altri mutui contratti con altri soggetti. Questo tema va comunque affrontato in modo deciso: il nostro obiettivo – ha confermato Nicotra – è quello di arrivare ad una norma simile al decreto Salva Roma per estendere i vantaggi a tutte le amministrazioni comunali”.
Per quanto riguarda, invece, le questioni aperte sulla parte corrente, il segretario generale ha innanzitutto auspicato una stabilizzazione con una regola chiara del rifinanziamento del fondo Imu Tasi ora di 300 milioni: “non è ammissibile richiederli ogni anno”, ha detto. E ha poi ribadito che l’Anci proseguirà nella sua azione giudiziaria davanti al Tar per recuperare i 560 milioni per il mancato ristoro del taglio subito dal dl 76 dopo il 2014. “Sono fiduciosa che il giudice in sede tecnica ci dia ragione, laddove la politica non ha riconosciuto la nostra posizione. Continueremo la nostra battaglia per avere una quota graduale di quelle risorse con cui intendiamo finanziare un fondo perequativo per tutti i Comuni, come previsto dal quadro costituzionale”, ha aggiunto.
Infine, la questione degli investimenti. “Sono state stanziate molte risorse per i Comuni ma il problema in molti casi sta nella lentezza delle macchine amministrative ministeriali. Non è ammissibile che si debba attendere tre anni per arrivare a mettere una firma su un documento per poi chiedere ai Comuni di spendere tutto in tre mesi”, ha spiegato. “Va bene rafforzare la competenza delle strutture periferiche sulla presentazione dei progetti ma tutto – ha concluso – passa dalla responsabilizzazione delle strutture per snellire al massimo le procedure ed arrivare a spendere tutte le risorse disponibili”.

(a cura di Angela Gallo e Giuseppe Pellicanò)

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