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Piccoli Comuni

Tutte le municipalità europee unite per avvicinare le strategie comunitarie ai territori

27 Settembre 2018

Meeting tra i piccoli Comuni europei ospitati nella Sala Conferenze dell'Anci

“Proporremo all’attenzione dell’Europa un documento unitario che metta al centro il tema della rappresentanza dei piccoli Comuni e delle loro istanze. In uno scenario che vedrà tra pochi mesi le elezioni europei e la definizione del budget 2021-2027, bisogna rilanciare il tema dell’autonomia e della sussidiarietà verso Comuni e Regioni, tema fortemente mancato nel discorso di Juncker sullo stato dell’Unione”. Così il vicepresidente vicario Anci, sindaco di Valdengo e presidente di turno della Confederazione dei piccoli e medi Comuni Ue, Roberto Pella, intervenuto durante il meeting tra i piccoli Comuni europei organizzato oggi e in corso nella Sala Conferenze dell'Anci.
Ringraziando i sindaci intervenuti ai lavori, Pella ha sottolineato quanto sia importante “compattare tutti i piccoli Comuni europei per far da argine al crescente populismo che sta crescendo in Europa, tenendo ben presente che qiuest’anno ricorre il trentesimo anniversario della Carta europea del governo locale che afferma il ruolo di città, Comuni e Regioni come primo livelli di esercizio della democrazia”.
Per Pella oggi si assiste a una “marcata disgregazione e realizzazione dell’Unione così come pensata dai padri fondatori a cui si aggiunge una deriva austera trascinata dalla crisi finanziaria. C’è poi crisi identitaria e culturale determinata dalla crisi migratoria. Tutti fattori questi – ha aggoiunto Pella – che ci spingono a ripartire dalla dimensione locale, valorizzandone le potenzialità e la consapevolezza.
“Abbiamo bisogno di imparare dalle altre esperienze europee – ha detto dal canto suo il segretario generale Anci Veronica Nicotra - poiché il nostro paese sconta un ritardo di fondo nella capacità di adattare le politiche nazionali alle esigenze dei piccoli Comuni. Come Associazione da almeno otto anni incalziamo i governi per arrivare ad un assetto istituzionale adeguato alla governance delle piccole realtà, che rappresentano la maggioranza dei Comuni italiani”.
Nicotra ha ricordato poi che sul tema dell’assetto istituzionale dei piccoli Comuni “viviamo una stagione di squilibrio nella capacità di disegnare assetti ordinati, anche per le difficoltà incontrate in maniera bipartisan dagli ultimi governi. Sono state tante le proposte avanzate dall’Anci per fare un effettivo salto di qualità nella gestione dei piccoli Comuni”, ha aggiunto.
Ma molte di queste si sono arenate, anche “per un contesto di risorse scarse”, con il risultato che i piccoli Comuni “vivono una situazione di riforme, interventi e vincoli di varia natura, specie finanziari, mentre – ha spiegato Nicotra - l’assetto della governance necessaria a garantire i servizi ai cittadini non risulta adeguata alle esigenze diversificate dei piccoli territori”.
A questo si aggiunge quello che il segretario generale ha definito “presbiopia centralista”. “Le soluzioni ai problemi dei territori vengono elaborate coi criteri ministeriali e non tenendo conto di quanto arriva dagli amministratori locali che li governano. E questa tendenza noi come Anci – ha detto – cerchiamo sempre di correggerla”.
Tutto questo nella convinzione che “l’albero Italia ha come radice 5mila piccoli comuni che vanno curate adeguatamente, altrimenti – ha concluso – il rischio è quello del collasso dell’intero sistema delle autonomie locali”.
A gestire i lavori della giornata è stato il presidente del Consiglio Nazionale Anci Enzo Bianco, secondo il quale  “Il Comitato delle Regioni gioca un ruolo fondamentale di raccordo comunicativo tra le istituzioni europee ed i cittadini ma deve smettere di essere solo un ‘parerificio’. Deve piuttosto reclamare che a livello decisionale ci sia la massima attenzione verso una strategia che affronti in concreto i temi che stanno a cuore delle autonomie locali”.
“Il Cdr è fondamentale nel ridurre le distanze tra istituzioni Ue ed opinione pubblica. Ma prima di questa funzione – ha aggiunto Bianco– il comitato deve rivendicare con forza la necessità che in ambito europeo si accordi attenzione prioritaria ai problemi affrontati ogni giorno dai Comuni”. Ad iniziare “dall’Agenda urbana, per proseguire con la mobilità sostenibile, l’integrazione dei migranti e l’equilibrio tra territori urbanizzati e rurali”.
Su questo punto il presidente del consiglio nazionale Anci ha ribadito la portata mondiale dell’urbanizzazione, con “già oggi i 2/3 della popolazione del pianeta che vive nelle grandi aree urbane ed 1/3 nelle metropoli. Non possiamo immaginare – ha proseguito Bianco –di vivere solo in 50 grandi città ed in 300 Comuni: questo comporta sempre di più disastri inenarrabili in termini di difesa del territorio e delle nostre città”.
Da qui anche l’attenzione sviluppata dall’Anci verso le esigenze dei piccoli Comuni che dell’agenda contro lo spopolamento hanno fatto un punto essenziale della loro piattaforma. “La decisione presa nel 1993, in occasione della legge sull’elezione diretta dei sindaci, di restare la casa di tutti i Comuni grandi e piccoli – ha ricordato Bianco – ci ha permesso di rafforzare la nostra azione. Il fatto che oggi il presidente dell’Anci Piemonte sia il sindaco di un Comune di poco più di 500 abitanti è una conferma di questa linea. Ma ora – ha concluso l’esponente Anci – dobbiamo proseguire su questa strada. Se litighiamo tra di noi la nostra voce arriverà agli interlocutori ancora più debolmente”.

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