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Politiche giovanili, Brivio: coltivare il senso di appartenenza all'Europa

12 Giugno 2018

A Milano un convegno dedicato allo Youth Work e alla costruzione di una rete di buone pratiche, locali e non.

“In materia di politiche giovanili, in Italia c’è tanta buona pratica, ma è come se tutti gli attori coinvolti non ci credessero abbastanza. Gli enti locali faticano a riconoscersi come fautori di progetti consistenti di Youth Work, quando in realtà ci sono già linee di contatto molto valide tra le politiche europee e quelle locali. Oggi siamo qui per capire come costruire una rete, un legame di fatto tra gli enti territoriali e l’Unione Europea e una rete con una portata quantitativa e qualitativa sempre più consistente”. Così Ramon G.M. Magi, presidente Eurodesk Italy, ha introdotto il convegno “Youth Work: percorsi e processi locali di Partecipazione e Protagonismo dei giovani”, organizzato il 12 giugno a Milano da Eurodesk Italy, ANCI Lombardia e Consulta InformaGiovani Lombardia. I relatori coinvolti hanno definito il ruolo della realtà che rappresentano nella costruzione di valide politiche giovanili, a cominciare da Virginio Brivio, presidente di Anci Lombardia: “Penso che sia estremamente importante fare attenzione al tema e fare squadra su tematiche emergenziali e sulla promozione di opportunità. Attenzione ai giovani significa rimotivare il nostro senso di appartenenza all’Europa: riscoprire il senso dei fondatori, che volevano dare a tutti l'opportunità, in uno scenario globale, di avere chance unitarie. Il tema di questa mattina ci consente di sottolineare che il fatto che interventi e politiche che hanno per oggetto politiche europee non è solo settoriale, ma può far crescere capacità progettuale e uno sguardo senza pregiudizi che da valore alle nostre comunità".
Il lavoro di supporto di Anci alle istituzioni locali, specie quelle che hanno meno possibilità, prende corpo in due luoghi: il Dipartimento Giovani e il Dipartimento Europa. "Siamo alla vigilia di attivazione  di SEAV, un finanziamento importante per costruire una rete che non vuole essere solo sportelli informativi, ma anche processi territoriali in atto e coinvolgimento degli enti locali", ha ricordato Brivio. Un passo importante per sviluppare un'opportunità di processo e non solo informativa, un elemento di fondo utile per aggregare realtà già partite con iniziative proprie in un’unica rete. "Anci potrà fare da service ai comuni e alle realtà territoriali".
Regione Lombardia era rappresentata da Martina Cambiaghi, assessore allo Sport e Giovani, che ha spiegato: “Un punto programmatico molto forte del nostro mandato è sostenere la mobilità dei giovani e frenare la fuga dei cervelli. Come Regione andiamo da progetti legati all’istruzione e alla formazione, al sostegno al rinnovamento dell’edilizia scolastica, sino a politiche abitative vere e proprie che permettano a singoli e coppie di costruire un futuro con la minore incertezza possibile”. Anche Giuseppe Dessena, assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma Sardegna, intervenuto con un video, ha ricordato: “C’è bisogno che i nostri ragazzi facciano esperienza in Europa per migliorare la società in cui vivono. Con l’obiettivo di migliorare le competenze, la Regione Sardegna si sta impegnando per favorirne la mobilità e per far vivere loro esperienze utili a costruire identità positive”. Fabrizio Chirico, direttore dell’area Giovani, Università e Alta Formazione del Comune di Milano, ha sottolineato che obiettivo dell’Amministrazione, negli ultimi vent’anni, è stato sostenere i giovani ma "c'è ancora un grande lavoro da svolgere perché queste opportunità siano effettivamente note e democfraticamente accessibili senza alcuna limitazione e coltivate da enti locali come fonte di benessere sociale. Vanno considerate come rinnovate opportunità in un paese come il nostro, che sul fronte della gestione dei giovani presenta ancora grosse difficoltà: pensiamo ai neet, all'uscita tardiva dalla famiglia, ecc...

 


Youth Work: dilemmi e dibattiti
Lavorare bene sulle politiche giovanili, dunque, è possibile solo in un sistema organico che presenti nuove ed efficaci modalità di intervento e che risponda in modo fattivo ai bisogni e alle necessità di crescita della società. Senza dimenticare le criticità che caratterizzano questo settore: la diversità delle realtà, con le tradizioni che si sono sviluppate nei diversi paesi europei, la necessità di definire con precisione la professione di youth worker, il bisogno di raggiungere i gruppi prioritari di cooperazione con altri settori e il riconoscimento di come andare oltre le differenze regionali. Temi su cui si è soffermata Maria Elisa Marzotti, project officer Agenzia nazionale per i giovani, che ha illustrato il progetto Europe Goes Local (fatto da un partenariato strategico di 22 agenzie locali) che sta lavorando alla Carta Europea dello Youth Work a livello municipale. "Vogliamo trasformare i documenti politici in linee guida volte a promuovere la qualità nel settore dello youth work, creare una check list rivolta agli stakeholder, dare attenzione al processo necessario per raggiungere questa qualità, facilitare il dialogo tra parti coinvolte". Un documento che dovrà essere snello nelle intenzioni, riassumendo i principi guida, l’organizzazione, la qualità del servizio offerto, la figura dello youth worker. Massimo Capano, responsabile delle politiche giovanili del comune di Cinisello Balsamo ha precisato: "Insistiamo sulla necessità di usare indicatori appropriati, in ogni municipalità, per valutare diversi aspetti e in particolare efficacia e risultati ottenibili. Indicatori pret a porter, eventualmente integrabili con altri, che si usano per migliorare la qualità e vanno intesi come punti di riferimento molto contestualizzati, non come termine di paragone. Prima si fissano gli obiettivi, poi si decide come raggiungerli. Tra questi: equlibrio di genere, inclusione di giovani marginalizzati, partecipazione, apprendimento". Quel che conta, per Capano, è che l'approccio sia sempre "inclusivo, fondato sulla partecipaizone volontaria e attiva dei giovani che li responsabilizza e li impegna, progettato, proposto e valutato insieme ai giovani e basato sull'apprendimento non formale e informale. Solo così possiamo mostrare quanto lo Youth Work contribuisce alla crescita sociale e dei giovani". (VV)

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