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Città metropolitane, Decaro: "governo subito e un ministro alle città"

22 Marzo 2018

Per il Presidente dell'Anci "è necessario riprendere un dialogo con Roma"

“Al prossimo governo chiediamo un’interlocuzione diretta che passi da un ministero per le politiche urbane e da un tavolo di confronto permanente Roma-sindaci delle grandi città, con l’obiettivo di costruire un’agenda urbana nazionale”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha concluso i lavori del coordinamento delle Città metropolitane, rIunitosi a Palazzo vecchio a Firenze. Al vertice hanno partecipato,  con il coordinatore e padrone di casa Dario Nardella, i sindaci di Milano (Giuseppe Sala),  di Torino (Chiara Appendino), di Venezia (Luigi Brugnaro), di Bologna (Virginio Merola), di Reggio Calabria (Giuseppe Falcomatà) di Messina (Renato Accorinti), di Cagliari (Massimo Zedda) e i delegati di Roma, Marcello De Vito e Napoli, Salvatore Pace.
“Lo Stato in tutte le sue articolazioni - ha detto Decaro - deve prendere coscienza che se le città sono il motore dello sviluppo, devono essere messe in condizione di esercitare quel ruolo. Vogliamo gestire direttamente materie come il trasporto pubblico locale e interventi come le zes, zone a economia speciale, che inspiegabilmente sono invece affidate alle Regioni. Quelle Regioni che per se stesse rivendicano autonomia e poi tentano di limitare la nostra. Dovrebbero legiferare e programmare, lasciando la gestione alle Città metropolitane, nate per questo. Noi sindaci metropolitani vogliamo essere protagonisti della scrittura di un’agenda urbana nazionale, portare le nostre proposte al nuovo governo. Con la concretezza che contraddistingue i sindaci e con la compattezza che questo coordinamento, in seno all’Anci, dimostra a ogni riunione”. 
Anche Dario Nardella ha parlato dell’importanza del ruolo dei sindaci metropolitani in particolare in questa congiuntura. "Veniamo da una campagna elettorale che ha ignorato i temi che riguardano le città. Siamo consapevoli della forza e della legittimazione diretta che abbiamo, rappresentando quasi il 40 per cento della popolazione italiana. Riteniamo quindi urgente riaprire con il prossimo governo il confronto avviato con il precedente esecutivo, basato sull'autonomia e su un’agenda urbana che metta al centro il lavoro, la sicurezza urbana, le infrastrutture e l’ambiente. Dopo il miliardo e centosettanta milioni di tagli degli anni passati, è arrivato il momento di aprire una nuova fase. Bisogna ridare slancio a un’autonomia impositiva e di gestione fortemente compressa negli ultimi anni”. Sala ha posto invece una domanda provocatoria: “Siamo i soli ad essere convinti che il futuro dell’Italia passi per le Città? Se così non è, occorrono fatti e non qualche fondo di qua o di là. Vogliamo essere coinvolti. Lanciamo la sfida al governo che verrà, noi offriamo la capacità di persone che sanno il fatto loro”. Merola, che in Anci ha da poco assunto la delega per l’agenda urbana, nel suo intervento ha tenuto a ribadire che l’esigenza dei sindaci è quella di interloquire con il livello centrale. “Vogliamo cambiare passo, avanzare proposte di merito a partire dallo sviluppo sostenibile, per poi continuare il confronto su lavoro, sicurezza e autonomia finanziaria di Comuni e Città. Fare il sindaco significa rappresentare tutta la comunità: faremo ponti d’oro al governo che ci permetterà di farlo al meglio”. Per Giuseppe Falcomatà, primo cittadino di Reggio Calabria, “noi sindaci interloquiremo con qualsiasi governo, senza timori”. E se Zedda rivendica il “ruolo dei Comuni nella storia stessa dell’Italia”, Brugnaro pone l’accento sul ruolo del sindaco per lo sviluppo economico dei territori: “Chiediamo di eliminare i rallentamenti che spesso ci arrivano dalle Regioni, per puntare sull’opera silenziosa ma determinata dei sindaci, da sempre i più vicini ai bisogni dei cittadini”.

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