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Codice della strada, Anci: "Comuni affermano legalità e civiltà contro sosta selvaggia"

19 Novembre 2018

L’Anci commenta la proposta di modifica dell’Art.12 del Codice della Strada

“Un veicolo in sosta sugli spazi per i disabili, sui passaggi pedonali, sulle aree carico/scarico dei negozi, sulle corsie di autobus e tram non rappresenta semplicemente una violazione del Codice della Strada: è anzitutto un atto di inciviltà. Fermo restando che l’attività di vigilanza sulla circolazione stradale in ambito urbano è prerogativa prevalente della polizia locale, impedire agli ausiliari del traffico delle aziende di trasporto di sanzionarlo significa incoraggiare comportamenti irresponsabili, che danneggiano gli utenti più deboli e le attività essenziali della vita nei Comuni”. Così l’Anci commenta la proposta di modifica dell’Art.12 del Codice della Strada che andrà in votazione domani alla Camera, sulla quale l’Associazione si è più volte espressa in modo critico.

“Davvero è difficile comprendere in questi casi quale sia la differenza tra la multa della polizia municipale e quella elevata da un ausiliario del traffico o da altri agenti qualificati dalla legge. Bisogna guardare alla sosta dei veicoli nelle Città e nei Comuni non con astratti concetti giuridici, ma con gli occhi di quei cittadini che si vedono sbarrato il passaggio sulle strisce pedonali o l’accesso ad un parcheggio riservato ai portatori di handicap (magari con tanto di concessione e targa), o negata la possibilità ad un anziano di salire sul tram o sull’autobus. Se in futuro non sarà più possibile sanzionare tutto questo, saranno di fatto incoraggiati comportamenti che rendono più difficile la vita nei centri urbani, meno fluida la circolazione privata e il trasporto pubblico, più lente e costose le attività commerciali. La cosiddetta “multa selvaggia” o la presunta necessità di far cassa, temi tirati in ballo anche questa volta per giustificare la riforma dell’art.12, non c’entrano nulla. In ogni caso la proposta crea una inutile confusione tra la disciplina della legge Bassanini e il Codice della strada, procedure oggi normalmente applicate nei Comuni, e non innova un bel niente. In questi casi i Comuni, semplicemente, stanno affermando il rispetto delle regole della convivenza civile e della legalità”.

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