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#ancigiovani2017

Decaro: "Non mollate: fare i sindaci è durissimo, ma è il mestiere più bello che c'è"

18 Marzo 2017

Chiusi i lavori della Assemblea nazionale degli amministratori under 35

Un “grazie”  e un “non mollate” rivolti ai 700 iscritti all’assemblea di Anci giovani. Così, con un invito a guardare al futuro come a un’opportunità, con incoscienza ed entusiasmo, antidoti all’immobilismo, il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha chiuso i lavori degli amministratori locali under 35, a Salerno.  “È la prima volta che vi parlo da presidente – ha esordito Decaro – ma non riesco a guardarvi come presidente. Vi guardo da ex. Ex giovane amministratore, ex nuova leva, ex giovane promessa. E anche se sono un ex, vi assicuro che continuo a infondere nella mia attività l’entusiasmo delle mie prime, a volte impacciate, uscite pubbliche. Voglio dirvi grazie per il vostro entusiasmo, grazie per le vostre idee. Ma vi dico anche non mollate. Perché i dati, purtroppo, ci parlano di una partecipazione dei giovani all’amministrazione delle nostre città ancora non soddisfacente. La presenza di under 35 nell'amministrazione locale, negli ultimi quindici anni, non cresce. Quella degli over 60, invece raddoppia. Non è un fatto positivo. Parliamo di rinnovamento ma ancora non riusciamo ad attuarlo. Per questo insisto: non dobbiamo mollare”. 
Decaro ha quindi evidenziato due aspetti positivi della partecipazione degli under 35 all’amministrazione pubblica.
“Noi abbiamo raggiunto la parità di genere. Quanto meno tra i giovani, infatti uomini e donne eletti negli enti locali sono equamente rappresentati. Inoltre moltissimi giovani amministrano città grandi oppure difficili, oppure grandi e difficili: penso a Roma, a Reggio Calabria, a Cagliari, a Perugia, a Torino. Ma dobbiamo crescere numericamente, dobbiamo invertire la rotta perché non c’è niente che possa sostituire la carica, l’entusiasmo, il coraggio e anche l’incoscienza di cui voi giovani, generatori di futuro, siete portatori sani”. Che un approccio fresco sia indispensabile, lo rileva l’atteggiamento che spesso chi è nella gestione della cosa pubblica da tempo assume. “Al di là di quello che dice chi ha esperienza, le cose che non ci riesce di realizzare sono quelle che non proviamo a fare. Voi potete essere gli anticorpi rispetto a un modo di fare politica da rassegnati all’immutabilità delle cose”.
Il presidente dell’associazione dei Comuni ha quindi ricordato l’impegno di Anci per i giovani: la scuola per amministratori e il coordinamento delle azioni di contrasto dei Comuni al disagio giovanile.  “Per incidere – ha rilevato Decaro – io credo sia fondamentale l’ascolto strategico. E ho provato a praticarlo ascoltandovi in questi due giorni. Ascoltando le vostre richieste, accogliendo le vostre proposte, i vostri dubbi, le vostre ansie - che sono le stesse mie e di tanti altri sindaci in tutta Italia -, mi sono domandato: quando, presi dagli affanni e dai problemi quotidiani, abbiamo trasformato la passione nel bisogno sacrosanto di far quadrare i bilanci, dimenticandoci di guardare al futuro? Quando abbiamo cominciato a credere che fosse più giusto mettere una recinzione intorno a un giardino invece che realizzarci dentro un percorso di parkour? Quando, insomma, abbiamo smesso di essere come voi? In questi due giorni mi è venuta voglia di tornare a parlare di futuro. A parlare di proposte concrete”.
Il presidente dell’Anci, associazione che ha ribadito di volere guidare come “sindacato delle comunità non dei sindaci”, ha riepilogato le battaglie vinte. Dal turn over, per ora ottenuto relativamente alla polizia municipale, all’allargamento della rottamazione delle cartelle non solo se emesse da Equitalia, al recupero di crediti con lo Stato. “Ma questo è il minimo. Abbiamo chiesto al governo di partecipare alla scrittura dell’agenda urbana. Noi siamo il terminale più esposto e più sensibile della Repubblica, come dice Mattarella con la sua autorevolezza. Siamo per questo motivo le figure istituzionali che godono della maggior fiducia da parte degli italiani. Una sorta di front office. Quindi dobbiamo occuparci dei temi che interessano i cittadini, anche quelli su cui non abbiamo alcuna competenza, come immigrazione e sicurezza. La gestione del flusso non è andata bene, diciamoci la verità. Noi abbiamo fatto un accordo con il Viminale, stabilendo un’aliquota di 3 migranti ogni mille abitanti. Così l’accoglienza si trasforma in integrazione”.
La questione sicurezza è di particolare attualità. Ma Decaro rivendica la battaglia dei sindaci per la scrittura del decreto, in corso di conversione in legge in parlamento, così: “Ho letto le polemiche. C’è chi dice che vogliamo adottare il daspo. Non è così: non siamo noi a disporlo. Ci accusano di voler fare gli sceriffi. Ma diciamo la verità, non abbiamo neanche il fisico giusto per lo stellone sulla camicia. Abbiamo ottenuto finalmente di poter convocare il comitato per l’ordine e la sicurezza, di non essere più ospiti. Insomma con questa norma, che abbiamo scritto noi, proviamo a dare risposte ai cittadini che a noi, mica a prefetti e questori, rivolgono le domande”.
Per il tanto che ancora c’è da fare, per scrivere l’agenda urbana occorre che i giovani ci siano e facciano la loro parte. Sui territori e anche in Anci. “Non tiratevi indietro, candidatevi, fatevi eleggere, partecipate ai lavori delle commissioni dell’associazione – ha concluso Decaro - mescolatevi. Lo so che è difficile. È complicato. Come dice il mio amico sindaco di Acquaviva delle Fonti noi amministratori locali siamo gli sfigati della casta: quelli con l’emolumento più basso, che fronteggiano i problemi maggiori. E gli elettori sanno dove abitiamo. Ma facciamo il mestiere più bello del mondo. Viviamo la vita dei nostri concittadini. Creiamo un pezzettino di futuro. Quel futuro che io sento che è diventato presente in questi giorni, perché, come dice Tony Manero ne La febbre del sabato sera, ‘per me il futuro è stasera’. Bene, investiamo sullo sguardo di chi ha la capacità di guardare lontano, come voi. Buon futuro a tutti”.

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