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Referendum Autonomia, Brivio: "disponibilità a partecipare a un raccordo istituzionale"

24 Ottobre 2017

Intervista al Presidente di Anci Lombardia sul post referendum regionale: "sensibilizzeremo Anci nazionale"

Presidente Brivio, con il Referendum regionale i cittadini lombardi e veneti hanno espresso una forte attenzione al tema dell’autonomia. Come valutano i Comuni questo risultato?
Non sta a me dare un giudizio politico, l’Anci è un’associazione apartitica, ma certamente è sempre positivo quando un numero significativo di cittadini si esprime e coadiuva un’iniziativa istituzionale per avere maggiore libertà di potere, nel proprio territorio e nell’alveo della Costituzione, al fine di esercitare alcune materie.
Abbiamo avuto una partecipazione che può essere considerata magari ridotta vista la posta in gioco, che aveva qualche elemento di tecnicalità ed era caratterizzata dall’assenza del raggiungimento del quorum che ha spinto a un minore protagonismo diretto, ma nulla toglie a un evento importante dal punto di vista dell’esercizio di una democrazia.

Ora la palla passa a Regione Lombardia, che ha chiesto alle autonomie locali di collaborare al post referendum. Come si sta preparando Anci Lombardia?
Oggi il Presidente Maroni ha fatto una prima comunicazione al Consiglio Regionale, che resta l’organo deputato a fare la sintesi, quindi è importante sottolineare che dal punto di vista della procedura è il Consiglio Regionale il luogo che deve elaborare una proposta con la quale andare a un confronto con il Governo e il Parlamento nazionale.
Noi abbiamo fornito da subito al Presidente Maroni e lo faremo anche con il presidente Cattaneo la disponibilità a partecipare a un raccordo istituzionale, perché penso che la Regione debba non solo accompagnare il suo lavoro con gli approfondimenti di natura giuridica e finanziaria ma anche con un forte coinvolgimento della società lombarda.
La maggiore autonomia non è un esercizio che riguarda solo il livello regionale ma deve anche servire a riscrivere i livelli in una regione così articolata, complessa e popolosa come la Lombardia, a riarticolare i livelli di rapporto tra la Regione e il sistema delle autonomie locali. In questo senso Anci Lombardia, insieme ad UPL, ha dato disponibilità a far parte dei momenti di approfondimento tematico, perché si deve addivenire al dunque, quindi approfondire le materie che ha senso portare a un maggiore livello di autonomia gestionale e contribuire all’interlocuzione con gli altri livelli di governo.
Tra l’altro cercheremo di sensibilizzare Anci nazionale su questo discorso, che non è un tema che riguarda solo la Lombardia e il Veneto, perché, non dimentichiamo, che abbiamo un fenomeno simile in atto nella regione Emilia Romagna e un altro sta per aprirsi in Puglia. Anci nazionale deve guardare con molto favore a questi fenomeni, e deve in qualche modo sostenerli, fornendo anche quell’ausilio di carattere tecnico che può servire per migliorare l’interlocuzione con i ministeri.

Dal voto sono emerse alcune diversità di approcci tra le Città capoluogo e i Comuni delle aree interne. Come guardate questo fenomeno dall’Associazione dei Comuni?
Sarei un po’ cauto a trarre conseguenze così drastiche, perché stiamo parlando di referendum consultivo, dove non era previsto un quorum e che può aver fatto scattare altri meccanismi. È vero però che questa non uniformità e questa minor propensione al voto tra capoluoghi e periferie pone un tema assolutamente non nuovo e che vale anche in altre occasioni: quello di riequilibrare e tenere molto più presenti le ragioni di tutti, delle metropoli e delle così dette aree interne, che spesso si sentono, più di quello che effettivamente è, necessitanti di livelli di governo molto più vicini.
Questo però è un valore per tutti: per chi ha qualche strumento in più, che possono essere le città di grandi dimensioni, e per i comuni piccoli e medi, siano nelle zone di montagna o di pianura.
Questa percezione e questo dato di difformità devono trovare all’interno di Anci una capacità di sintesi ancora più importante. In questo senso Anci Lombardia intende rappresentare tutti nel confronto che con Regione e il Governo attiveremo, perché nessuno si salva da solo. Il sistema lombardo nel suo insieme deve dare risposte differenziate ma idonee a tutti i livelli di governo.

Per la riuscita del referendum un ruolo importante è stato giocato dai Comuni. Come sono andate le operazioni di voto elettronico?
Una volta di più, lo dico senza infingimenti e a costo di essere un po’ retorico, i Comuni hanno dimostrato di essere quelli che tirano su la saracinesca al mattino e la tirano giù la sera quando sono sicuri che è tutto a posto. Lo hanno fatto anche questa volta in maniera silenziosa, e se non ci fosse stato il sistema dei Comuni a garantire tutte le operazioni, come avevamo ipotizzato già dal protocollo d’intesa dello scorso anno con Regione Lombardia, sarebbe stato tutto più difficile.
Il giudizio che diamo è complessivamente un giudizio positivo, ma attiveremo con Regione Lombardia un confronto di merito per poter raccogliere tutte le criticità operative che ci sono state, in uno spirito collaborativo per migliorare in futuro questo sistema.
Colgo infine questa occasione per ringraziare in maniera assolutamente sincera e non formale tutti i collaboratori dei diversi Comuni e della stessa Anci e di Regione per il lavoro svolto. (LS)

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