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Enti locali

PA, Brivio: "fare i conti non con nuove riforme, ma con l'assestamento di quelle esistenti"

17 Ottobre 2017

Il Presidente di Anci Lombardia alla apertura del Congresso Nazionale di Cisl FP

Quale deve essere il ruolo delle comunità e degli enti locali affinché possa emergere un'amministrazione di prossimità al servizio del cittadino?
Sono partiti da questa domanda i lavori del quinto congresso nazionale della Cisl FP, in corso a Milano e che si presenta con lo slogan "Il Sindacato nuovo".
 
Il tema del lavoro dei dipendenti pubblici, secondo il sindacato, è fondamentale se si vuole costruire una nuova PA,  e per questo si devono tener presenti i cambiamenti avvenuti nel settore pubblico sul tema del lalvoro, come ha evidenziato una ricerca presentata da Luca Romano, Direttore di Local Area Network.
I dati presentati hanno mostrato come, dal 2008 al 2015 i dipendenti pubblici sono passati da 3,5 milioni a poco più di 3,3 milioni con un calo del 6%. Questo mutamento del contesto ha avuto ripercussioni anche sulla qualità del personale pubblico, che si assesta su un'età media di quasi 50 anni, e conta il maggior numero di dipendenti nella fascia di età compresa tra i 50 e i 54 anni, seguiti da quelli nella fascia 55 e 59 anni. Questi mutamenti del quadro operativo comunale non hanno però generato tutti i risultati attesi, poiché rimangono problemi nella efficienza del sistema e nella capacità di dare risposte adeguate alle esigenze dei cittadini. Ecco dunque emergere una richiesta di fondo, sintetizzata da Romano nell'esigenza di "collegare la riforma della PA con la ristrutturazione degli assetti istituzionali dello stato". Comuni, Unioni e Fusioni di Comuni, nuove modalità di contratto, puntare su un nuovo regionalismo, possono però essere misure utili per incidere sulla PA.
 
Personale, Comuni e nuovit assetti istituzionali
A commentare questi dati e per cercare alcune risposte agli interrogativi è intervenuto Il Presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, per il quale per migliorare la PA si deve "fare i conti non con nuove riforme ma con l'assestamento di quelle esistenti". Tra queste vi è quella incompiuta delle province, in merito alla quale per Brivio "se vogliamo uscire da una nostra autoreferenzialità e difendere la vera autonomia dei territori, al fine di guardare in avanti, dobbiamo consideratre le province come la casa dei Comuni, e chiediamo l'introduzione di tre cambiamenti", che esse abbiano "delle funzioni fondamentali, un grappolo di funzioni delegate dalle regioni e delle funzioni di programmazione, ad esempio in capo urbanistico. Va inoltre data dignità ad amministratori provinciali per poter svolgere il loro ruolo".
Per il Presidente dell'Anci inoltre se si parla di riorganizzazione associativa dei Comuni, si deve "facilitare si, forzare no", perché le Unioni, le fusioni e l'associazionismo comunale "può essere fatto con geometrie variabili".
Infine un pensiero sulla richiesta di autonomia avanzata da molte Regioni, in merito alla quale Brivio ha evidenziato che, come Comuni, "non vogliamo piccoli stati ma Regioni che siano pivot e registi del rafforzamento territoriale e delle politiche locali"; in questo senso le "Regioni devono recuperare un ruolo normativo e non solo gestionale". (LS)
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