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Montagna

Commissione montagna - Mottinelli: "Attenzione alla green communities e delle aree interne, attraverso i bacini omogenei"

10 Marzo 2016

Il superamento dell’obbligatorietà e del limite dei 5.000 abitanti deve lasciare lo spazio all’individuazione di ambiti omogenei rappresentati in montagna dalle Unioni di Comuni montani

“L’occasione dell’incontro di oggi con la Consulta nazionale dei Piccoli Comuni è stata l’occasione per rappresentare spunti e riflessioni che sono in agenda per quanto riguarda temi sfidanti contenuti nel “Collegato ambientale” alla legge di stabilità che contiene una serie di specifiche misure dedicate alle Aree montane, come l’istituzione delle Oil Free Zone e delle Green Communities, l’introduzione del principio per il pagamento dei servizi eco-sistemici ambientali che il territorio svolge, l’obbligatorietà per le Regioni a favorire la gestione forestale attiva del bosco”. E’ quanto dichiara il presidente della commissione Montagna Pier Luigi Mottinelli al termine dei lavori odierni dell’organismo Anci dei Comuni montani.
“In particolare, relativamente alla pianificazione sull’uso delle risorse idriche, prevede la deroga per i Comuni montani che ottengono così la possibilità di gestire in economia il ciclo idrico integrato. Dal confronto sulla Strategia Aree interne e sviluppo locale è emerso, inoltre, che non deve essere interpretato dalle Regioni e dagli Enti locali come prerogativa e programma eccezionale esclusivamente per le prime 63 aree pilota nazionali”.
“Nell’occasione del confronto con il vicepresidente e delegato alle Riforme Matteo Ricci sulla ridefinizione di nuovi ambiti ottimali per le gestioni associate - continua Mottinelli, “l’agenda dei prossimi impegni dei comuni montani deve tener conto delle Unioni di Comuni montani come ambiti omogenei all’interno della riorganizzazione delle funzioni tra Comuni, Regioni e Stato, necessario  da parte dell’ordinamento nazionale e regionale, dopo la trasformazione delle Province in enti di area vasta. Il superamento dell’obbligatorietà e del limite dei 5.000 abitanti deve lasciare lo spazio all’individuazione di ambiti omogenei rappresentati in montagna dalle Unioni di Comuni montani. Mi auguro che si converga su proposte realizzabili e si faccia tesoro dell’esperienza che stiamo già vivendo con l’attuazione della L.56/14.”, conclude.

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