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Migranti - Biffoni: "Fondamentale estendere sistema Sprar con ripartizione sostenibile su territorio"

25 Ottobre 2016

Un aiuto deve poi arrivare da un sistema di incentivi, quali lo sblocco del turn over del personale dei Comuni e delle risorse almeno in settori strategici

“E’ fondamentale che la gestione dell’accoglienza profughi sia spalmata in maniera adeguata su tutto il territorio nazionale e siano coinvolti in questa partita i Sindaci. Quanto è accaduto a Gorino però ci spinge ancora una volta a sottolineare la necessità di affrettare l’applicazione delle richieste da tempo avanzate dall’ANCI e recepite dal Governo nella circolare a firma del ministro Alfano. Il problema non è solo ripartire meglio fra i Comuni, ma soprattutto innalzare il livello della qualità dell’accoglienza garantendo la centralità dei Comuni e delle relazioni con il mondo associativo del territorio. Non è ammissibile continuare a mandare profughi negli alberghi, dove rimangono senza controllo e creano disagio nella comunità”. Lo afferma Matteo Biffoni, delegato ANCI all’Immigrazione, commentando l’episodio accaduto ieri nel piccolo centro ferrarese, dove una rivolta popolare ha costretto la Prefettura a trovare alloggio alle profughe in altri Comuni delle vicinanze.
Secondo Biffoni, “stabilire quanto prima le quote di ripartizione regionale e ampliare il sistema Sprar, con un’adesione di nuovi Comuni, sono i tasselli da cui partire per una gestione coordinata dei flussi di richiedenti asilo che, è evidente, non stanno cessando. I numeri parlano da soli: continuano gli sbarchi e solo un sistema Sprar che sia esteso a tutti i Comuni riuscirà a dare una risposta adeguata alle richieste di asilo senza mettere a rischio la tenuta sociale”.
Il sindaco di Prato sottolinea come “in gran parte dei territori esiste una fattiva collaborazione tra i prefetti e i sindaci, ma là dove questo non avviene si creano tensioni facilmente strumentalizzabili: non possono essere 12 donne, delle quali una in avanzato stato di gravidanza, le vittime dell’intolleranza e dell’esasperazione”, ribadisce.  “E’ proprio per tutelare i singoli territori che i sindaci devono assumersi le proprie responsabilità, gestendo gli arrivi nel rispetto della comunità che accoglie, anche nel rispetto di tutti quei sindaci e quelle amministrazioni comunali che stanno facendo il proprio dovere”.
Ma tutto questo per il delegato ANCI da solo non può bastare. “Un aiuto deve poi arrivare da un sistema di incentivi, quali lo sblocco del turn over del personale dei Comuni e delle risorse almeno in settori strategici come la polizia municipale, la scuola e i servizi sociali”. 
“Come ANCI – argomenta Biffoni - abbiamo trovato nel Governo un interlocutore attento e disposto a trovare soluzioni condivise, bisogna continuare a lavorare su questa strada perché il flusso di nuovi arrivi non è un’emergenza ma per condizioni internazionali attuali rischia di essere un fenomeno che proseguirà nel tempo. Uscire da una gestione emergenziale è quindi necessario perché serve a dare un’accoglienza dignitosa a chi arriva e a non creare tensioni sui territori che accolgono. Questo è un obiettivo che ANCI condivide a pieno con il Governo”, conclude il delegato all’Immigrazione.

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