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Incontro Anci Lombardia - Fassino, gli interventi dei Sindaci

29 Luglio 2013

Pubblichiamo una sintesi delle dichiarazioni dei sindaci intervenuti all'incontro a Milano con il Presidente Fassino

In occasione dell'incontro di ANCI Lombardia con il Presidente di ANCI, Piero Fassino, sono stati diversi i Sindaci che sono intervenuti.Pubblichiamo una sintesi delle loro dichiarazioni (visualizza le immagini).
ALESSANDO LORENZANO - SINDACO DI SAN GIULIANO MILANESE (MI)
I temi in esame oggi sono già stati discussi altre volte, mentre il contesto in cui operiamo è cambiato rispetto al passato. In questo nuovo scenario la nuova presidenza di Anci da una forte garanzia.
Sull'Imu, l'obiettivo primario e concreto deve essere l'autonomia impositiva assoluta. Non dobbiamo dimenticare che l'Imu era nata come imposta federalista, si deve chiedere di rimodularla, di riformarla ma non è possibile eliminarla.
Sul Patto di stabilità deve essere chiaro che non è la battaglia dei sindaci ma una battaglia per il Paese. L'allentamento dei vincoli equivale a una misura anti crisi. Su questo tema serve inoltre chiarezza: è competenza nazionale allentare vincoli? Se sì, si deve lavorare. Se no, dobbiamo sostenere il governo nel contesto europeo per favorire questa variazione.
EUGENIO COMENCINI - SINDACO DI CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI)
Letta, attraverso Twitter, ci aveva informato che l'UE aveva allentato di vincoli del Patto ma ancora non ci sono le proposte del Governo su questo tema, quindi dobbiamo esigere una risposta, perché non si può solo annunciare.
Ora siamo alle prese con i bilanci. Quello del mio Comune l'ho approvato ad aprile con alcune misure che ad oggi sono bloccate o non sappiamo ancora come si concretizzeranno. Si esigono certezze, poche, ma quelle necessarie per fare il nostro lavoro.
Inoltre dobbiamo affrontare il problema della burocrazia e della distribuzione del potere tra gli eletti dai cittadini e gli uffici comunali. Dovremmo porre la questione della revisione della Legge Bassanini, perché devono essere sbloccate quelle rigidità che spesso si cristallizzano e permangono a prescindere dai mandati dei sindaci.
ANDREA AMBROGIO ROBBIANI - SINDACO DI MERATE (VA)
Io credo che dobbiamo uscire dal politicamente corretto. Sono anni che ci incontriamo e ci raccontiamo le nostre disgrazie, quanto siamo bravi ad amministrare, quanto sono cattivi i governi, ... e poi continuiamo a fare il nostro lavoro. Ora invece abbiamo bisogni di azioni concrete e decise.
L'anno prossimo andranno ad elezione 1030 comuni lombardi, che non si presentasse nessuno.
Non ė l'Europa che non funziona ma è il nostro sistema che non funziona. Il Patto di stabilità va cancellato. Si deve mantenere un solo punto: l'equilibrio di bilancio.
Il mio è uno dei 143 comuni virtuosi d'Italia, ma cosa serve? Posso fare investimenti, opere e innovare? No! E allora?
Infine, se dal prossimo anno non ci saranno più le province chi si occuperà dei servizi da loro erogati?
IVANA CAVAZZINI - SINDACO DI DRIZZONA (CR) E PRESIDENTE DIPARTIMENTO PICCOLI COMUNI ANCI LOMBARDIA
Quello che è stato denunciato da tutti i comuni e dal presidente Fassino si avverte ancora di più nei piccoli comuni.
Si fa quidi necessaria la revisione delle modalità di relazione sulla fiscalità locale tra i comuni e lo stato.
Sui piccoli comuni pesa inoltre il problema della riforma che dura ormai da troppo tempo.
Infine, credo che per far valere le ragioni dei comuni, in un contesto ampio come quello nazionale, sia necessario un forte coordinamento tra le Anci regionali.
DIMITRI MELLI - SINDACO DI PEGOGNAGA (VA)
Per uscire da questo vicolo cieco nel quale ci troviamo da anni è necessario, come ha sottolineato il Presidente Fassino, mettersi attorno a un tavolo e decidere cosa ciascuno deve fare in funzione del suo ruolo, altrimenti non arriveremo a nessun risultato.
Si deve inoltre far capire ai cittadini che noi sindaci non abbiamo nulla a che fare con la tassazione che si abbatte su di loro e che viene fatta passare come tassazione locale.

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